— 413 — tavo, il giorno dopo, perdonò a una famiglia che gli aveva ucciso in un sol giorno tre persone; abbracciò il nemico protestando di aver dimenticato tutto e che perdonava per amore del S. Cuore. Dopo un giorno di riposo partirono per Qyqeshi, Trovila e ^llashi; di là passarono a Merturi i Gurit e Apripa e Gurit vil-laggio di 40 famiglie di fronte alla vallata di Nìkaj-Merturi. Il luogo è misero e disagiato sebbene si mostri ancora il vakùf di due antiche chiese dedicate alla Madonna e a S. Giacomo dove la tradizione afferma ci fosse un monastero. Nè a Apripa, nè a ®ugjonÌ5 nè a Fira riuscì loro di separare i concubinarì, e ce n’era parecchi. Erano concubinati quasi tutti recenti, poiché anche i pochi rimasti dopo le prime visite del missionario, eran stati tolti dallo zelo dei RR. PP. di S. Francesco. A Kokdoda osservarono un uso curioso: la toilette dei Krushq. « Trovandoci — scrive il P. Pasi — una sera in una casa, mentre vicino al fuoco, alla luce d’uno stecco di pino, dicevamo il nostro ufficio, (il P. Chiocchini) si accorge di certo movimento insolito dall’altra parte del fuoco, che stava in mezzo alla casa. Alza gli occhi e vede quattro giovinotti denudati fino alla cintola, che uno dopo l’altro venivano lavati ben bene con acqua calda, e poi rasi barba e capelli, all’infuori del ciuffo tradizionale che tutti i montanari lasciano alla sommità della nuca. Che cosa era quella cerimonia e di che si trattava? Erano quattro paraninfi che il giorno seguente doveano andare a prendere una sposa, e quella sera doveano fare la loro toilette. E difatti la mattina seguente vestitisi bene, e presi seco alcuni litri di acquavite in una zucca, e una capra per la mano, regali che doveano presentare alla famiglia della sposa partivano dopo aver scambiati alcuni colpi di schioppo colla famiglia dello sposo. Ma il giorno era poco propizio per un viaggio di una giornata, quanto ci vuole da Kokdoda a Dardha, dove andavano a prender la sposa e per luoghi difficili con un tempo orribile per vento e neve. Non importa; per qualunque altra cosa certo non si uscirebbe di casa, ma trattandosi di andare a prendere una sposa non si può far a meno e si devono superare tutte le difficoltà. Ma e come farà l’indomani la povera sposa a venire? Ci vorrà pazienza: questo sarà il primo sacrifìcio del suo futuro matrimonio, ma deve arrivare alla casa dello sposo. E di fatti la