tutti, e con istrazio della buona e cara sorella Domenica. La mattina di quel giorno memorabile egli lasciava in casa sul tavolino tre lettere indirizzate allo zio, al fratello e alla sorella. Quelle lettere non esistono più, ma vi era la seguente intestazione : oc dal mio tavolo il giorno avanti la mia partenza », e il concetto della lettera allo zio era il seguente : « Vi vedo molto commosso per la mia decisione, ma vedrete che non ho sbagliato la scelta. Ho fatto sempre il sordo alle chiamate del Signore; ora non posso più resistere pensando che un giorno dovrò presentarmi a Lui il quale mi rimprovererebbe la mia resistenza dicendomi: hai fatto il sordo tu quando ti ho chiamato io, ed ora faccio il sordo io ». Nella lettera al fratello e alla sorella raccomanda loro « di voler bene allo zio, di vivere da buoni cristiani, di andare aTla S. Messa e di accostarsi spesso ai Sacramenti ». Con ciò Domenico sigillava il testamento della sua vita libera nel secolo, e il sacrificio era compiuto: egli varcava la soglia di un grande avvenire.