— 240 — per la conoscenza particolare di questo primo campo missionario del P. Pasi, riferire sommariamente quello che sulle condizioni di questa diocesi si può ricavare dalle memorie dei missionari francescani che vi lavorarono nel sec. XVII e dai concilii nazionali o documenti d’Archivio. I Padri Riformati di S. Francesco entravano in Albania nel dicembre del 1634. Al principio della Missione la popolazione della pianura di Scutari era, per la più parte, musulmana, mentre la Zadrima era ancora quasi tutta di cristiani; vi si contavano però 940 case ortodosse. Al tempo di Mgr. Vincenzo Zmajevic, quando si scrivevano le memorie stampate neWOrbis Seraphicus, si fa cenno che vi fossero 910 case cattoliche, e solo 9 di musulmani, e di ortodossi non si parla più. Tutta la regione che fin d’allora passava sotto il nome di Zadrima, era occupata dai loca B lini stino rum, Ghiadriorum, Codelarum, Daiciorum, Gramcicorum, Bathae, Schiesiorum, at-que Mieti inferioris et superioris; et ad pedes montium pagi Halmeli, Adnassati (Nenshati), Trossani et Calametae. Trattando della regione dei monti, e precisamente di quelle che chiama popolazioni (populi) di Iballja, riferendosi in parte ai geografi e in parte alle relazioni dei Missionari (accenna al P. Giacinto da Sospitello), il compilatore delle memorie dell’Orfcis fa una strana confusione avvicinando un po’ troppo la regione • di Podgorizza a quella di Pùlati e di Iballja. « Ai Pùlati a sudest si dicono finitimi i popoli di Iballia divisi da quelli dal fiume Drino, alla cui riva, sebbene sopra coi geografi più recenti l’abbiamo collocata alla sponda della Moracia, pure il P. Giacinto da Sospitello mette Podgorizza alle radici del monte verso il sud; a nord poi stanno i tre luoghi di Dusmani, ricchi di frumento, vino e olio, circondati dall’altissimo monte Scardo, nel cui seno giace una pianura deliziosissima ». E narra che un turco più potente degli altri, avendoli circondati con le sue truppe li costrinse a far alleanza con lui a patto che gli permettessero di costruire in vetta alla montagna una fortezza. Avendolo fatto e stabilitavi una guarnigione, quelle popolazioni se ne pentirono e dato l’assalto a quel luogo fortificato, ne scacciarono l’usur-patore e ricuperarono la libertà. Ci sembra strano inoltre che in quei luoghi si numerassero 14 case soltanto e dieci villaggi,