— 221 — nire « nella possibilità di una mutazione politica nei balcani » la casa di Prizrend avrebbe avuto maggiore importanza (lettera al P. Generale 8 ottobre 1894). Se non che contrariamente ai progetti che si erano fatti, quanto a Scutari il Cardinale su proposta del P. Pasi stesso (1) era di parere che fosse più opportuno che i Missionari passassero nel vecchio episcopio dopo avervi fatte le debite riparazioni, e per la residenza di Prizrend ci si contentasse intanto di comperare una piccola casa che servisse di semplice stazione e luogo di deposito; tutto insieme non avrebbe richiesto che la somma di 20.000 lire, 10 mila per Scutari e 10 mila per Prizrend (cfr. lettera al P. Generale 17 maggio 1895). Il Cardinale stesso si incaricò di trattarne poi con 1‘Ambasciatore austro-ungarico presso il Vaticano appena fosse ritornato a Roma. Ma siccome questi non era al corrente del cambiamento di progetto che era avvenuto, si meravigliò che Propaganda domandasse per la Missione Volante una somma inferiore a quella che il P. Pasi aveva domandato nel suo memoriale. Ciò nocque all’affare, sebbene il Cardinale avesse assicurato che se il governo di Vienna non pensava alle spese delle due case, ci avrebbe pensato a sostenerle Propaganda stessa. Per la casa di Prizrend doveva sorgere un incaglio da chi meno si sarebbe aspettato, e che mandò tutto a monte. Quanto al vecchio episcopio il P. Pasi cominciò a farvi i necessari restauri nella prima settimana di aprile del 1895, e i sette compagni della Missione entravano in possesso della nuova casa nell’ottobre dell’anno stesso. Il P. Pasi non aveva aspettato che giungesse da Roma o da Vienna il denaro necessario ai restauri che si era computato di 10 o 15 mila lire, ma profittando della buona stagione volle far tutto durante quell’anno per non aver noie e seccature di cominciare e riprendere i lavori con maggiore spesa. Di questo avvertiva il Cardinal Prefetto con lettera del 17 maggio 1895, sollecitando però che il sussidio promesso non fosse differito a lungo. Ma passò un anno e non ne fu nulla. Il Cardinale rispondeva di aver sollecitato l’invio della somma richiesta che era di franchi oro 15.445, senza contare la spesa dei (1) Ciò si rileva da una lettera al P. Generale Martin del 4 marzo 1895.