0 si trova in assai scarsa misura. In certe regioni però quando i] danaro c’è, anche in minime proporzioni, è fatto subito servire alla speculazione usuraia. Non è affatto raro che si presti danaro con l’interesse del 25 %, e certuni non si peritano a darlo al 50 % e anche al 100 %. È verissimo che anche i debitori son generalmente cattivi pagatori, ma l’usura produce a sua volta moralmente ed economicamente effetti disastrosi, costringendo non di raro a vendere i terreni e a emigrare, ciò che non è quasi mai un vero beneficio nè dal punto di vista igienico nè dal punto di vista morale. Il montagnolo strappato al suo ambiente primitivo si perde nella mota delle città o del piano, e peggio ancora deve forse mettersi al servizio di padroni che gli rubano l’anima e la fede. Furono già troppi quelli che hanno dovuto fuggire e ritirarsi in qualche buco della città o stabilirsi in qualche lembo di terra malarica da coltivare. Tale è il modo di campare la vita nel territorio dove dominò incontrastato per secoli il così detto Kanù (legge) di Lekè Dukagjini, ricevendo ima simile denominazione non già dal legislatore che lo raccolse o lo mise in esecuzione, ma da un principe che probabilmente seppe applicarlo con strenuo vigore e con vera intelligenza dei bisogni popolari o anche perchè fu uno degli ultimi principi albanesi sotto il quale questa legislazione prosperò, immediatamente prima che sopravvenisse il flutto nero della invasione ottomana. L’epoca che seguì fu un’epoca di scompigli e di persecuzioni e delle vicende più strane e dolorose; e però l'epoca gloriosa del Kanù rimase legata all’ultimo principe delle montagne. Non vi è nei monti e neppure al piano neanche una traccia di corporazioni o società di mestieri o di commercio. Ciascuno guadagna il povero pane che mangia, col sudore della sua fronte e col prodoto pastorizio. L’usura è lina specula-zioie primitiva, e il lavoro organizzato manca perchè mancano 1 lavori pubblici e manca l’industria. L’unica speculazione organizzata è quella dei capi, e di chi riesce, come impiegato, a carpire qualche porzione alla lauta mensa di chi dirige e comanda; questi hanno tutto e sfruttano ogni cosa mentre gli altri trascinano nel dolore e nella miseria la loro vita. Si comprende subito dall’esposizione che abbiamo fatta de-