— 349 — Sono quadretti che per la loro squisita semplicità rammentano le deliziose scene della Bibbia e soprattutto del Vangelo. È la vita che rinasce e fruttifica nei figli spirituali del Missionario. Seguiamolo di nuovo, a traverso gli appunti del suo diario e delle altre sue relazioni, verso le montagne di Puka. Sarebbè stato suo desiderio condurre con sè anche il P. Jungg, ma siccome erano molto insistenti le richieste dei Vescovi per aver l’aiuto dei missionari nelle loro diocesi, dovette rassegnarsi a lasciarlo ai loro desideri. Questa volta ripartendo per le-montagne il 14 gennaio, prendeva con sè oltre il fratello, anche un giovane chierico della diocesi di Sappa, che stava dal vescovo e, non avendo chi gli facesse da professore, avea domandato di accompagnare il padre per Servirgli la Messa e fare il Catechismo. A Kqira la comitiva si divise in due, proseguendo il fratello e il chierico per Qelza, e il Padre recandosi a far visita a Fesula beg, kaimakam di Puka. Ecco com’è riferita tal visita dal diario. 15 mere. — «Mandai il Fratello e il Chierico a Cielza ed io andai ad ossequiare il Kaimakam di Puka a nome di Mgr. Vescovo di Sappa e presentargli un bel gallinaccio di terra cotta pieno di eccellente tabacco da fumo. Il Kaimakam mi accolse benissimo, mi fece portare (due volte) il caffè, mi offerse ripetuta-mente il zigaro, e si mostrò contentissimo del regalo di S. E. Mr. Marsili, e lo andava mostrando a chiunque entrava. Gli dissi che desiderava parlargli da solo, e subito mandò fuori il servo e uno scrivano che stava nella stanza. Allora gli dissi che la nostra Religione non porta che un uomo abbia due donne, nè una donna senza che con essa sia unito in legittimo matrimonio. Molti mon-tagnuoli mancano in questa cosa importantissima di nostra Religione; Mr. Vescovo l’avea proibita severamente; i Capi del Paese misero la multa di 1000 piastre a chi d’ora in poi mancasse all’ordine del Vescovo; S. E. per schivare contese o uccisioni nei villaggi, pregava il Governatore di esigere egli quella multa e dividerla tra sè e il Paese. Il Kaimakan rispose che volentieri l’avrebbe esatta, ma l’avrebbe divisa in tre parti, una pel Governatore, una pel fis o paese, una per la Chiesa. Inoltre soggiunse che per qualunque disordine credesse il Vescovo o il Parroco di mettere qualche multa, non ha che ad avvisare che l’ha messa ed egli la esigerà e la dividerà tra il Governo, il fis e la Chiesa. La ragione di quel ricorso al Kaimakan per quella multa dei « gv-