— 13 — ■coltivati pure dall’umile e povera semplicità della sua vita domestica, anche la natura gli parlasse di qualcosa di alto e di puro; fosse per lui una manifestazione di Dio. Non abbiamo documenti di ciò, ma è ovvio congetturarlo. Certo la preoccupazione ascetica dovette esser forte, tanto da confinare con un certo rigidismo, sebbene nulla c’insinua che la sua ascetica fosse triste o afflitta da scrupoli. Mi premeva metter in chiaro questi punti1, perchè da questa prima fioritura di vita si potrà poi comprendere anche l’avvenire in quello che tiene di più intimo. Le testimonianze morali dei Superiori del Seminario di Verona non sono meno chiare e precise. Vi era allora Rettore Mgr. Dorigotti Pietro, e Prefetto degli studi ginnasiali il M. R. D. G. B. Stegagnini. Alla direzione della diocesi stava il Cardinale Canossa. Ora dai registri del tempo si rileva che durante i suoi 4 anni di scuola egli mantenne sempre una « condotta lodevolis-sima » e usò sempre « moltissima attenzione e diligenza ». Il suo profitto negli studi fu sempre crescente e nelle due liceali, specialmente nelle scienze, ebbe ottime classificazioni. Si dice in Filosofia, classe settima, « distinto per forza d’intuire e robustezza di raziocinio ». Sono testimonianze laconiche, ma che non lasciano nulla a desiderare. Dopo tali precedenti non ci sorprende affatto il passo deci-sio che fece nell’agosto del 1866. Domenico quell’anno, con sorpresa dello zio tutore e dei suoi stretti parenti, tornava a casa dal Seminario prima che fosse giunto il tempo delle vacanze autunnali. Allora egli manifestò ai suoi la decisione d’entrare nella Compagnia di Gesù. Quell’annuncio inaspettato dovette colpire profondamente l’animo dei suoi intimi che l’avevano caro come la pupilla degli occhi, la sorella soprattutto. Ma non valsero le loro lacrime nè le loro preghiere a smoverlo dal suo proposito; Domenico era uomo di volontà forte e tenace. Era egli ■allora già innanzi nel suo 19° anno di età; sono gli anni delle burrasche e delle magnanime risoluzioni, in cui nell’anima fa più Dio che l’uomo. Finalmente ottenne l'assenso e il 12 agosto era scritto e firmato dal tutore alla presenza del parroco. Ecco l’atto: