— 352 - tiva precisamente da questa seconda considerazione, sapendo che al P. Gesuita in parrocchia sarebbe succeduto un altro parroco per cui la decima è un mezzo necessario per vivere. Il 27 il Padre comincia i così detti konàk o « stazioni » della Quaresima, per cui si visita ogni frazione o villaggio della parrocchia, fermandosi uno o tutt’al più due giorni per ascoltare le confessioni e provvedere alle più urgenti necessità spirituali. Il fratello non seguiva il Padre ma insegnava il catechismo in certi villaggi particolari fermandosi quanto fosse necessario. Dalla Chiesa il P. Pasi passò a Race, a Miluer, a Fusha e Thaeit, a Dushkaj, a Brèbulla, a Papi, a Shopel, a Knari, a Majza, a Vllashi, a Qyqeslii, dove arrivava l’8 febbraio, stanco morto per le strade cattive e la molta neve. Da Qyqeshi si recò poi a Merturi e da Merturi « con un vento terribile che portava nuvoli di neve », accompagnato da due uomini, gli riuscì di passare, superando il passo alpino di Boka e Rrymit, a Apripa e Gurit. Da Apripa si recò a Kokdoda, dove per folli prevenzioni e odi personali contro chi il padre avea dovuto visitare perchè ammalati, ottenne pochissimo. Al konàk di Lèlaj avvenne un. caso pietoso. « Stava — racconta il Padre — per finire la « zila » quando venne un ragazzetto di 12 anni, che avea la casa dove era stato il giorno prima, e disse che volea venir con me c farsi chierico. Era di ottima indole, pieno di capacità, e così assestato nel parlare che era una meraviglia. Mi disse che avea altri sei fratelli; il padre lo lasciava venire, era già in assetto da viaggio; 10 non avea tempo di interrogarlo più a lungo; gli dissi venisse pure con me a Fira. Per istrada conobbi che era il figlio d’un gynatar. Siccome avrebbe fatto cattivo senso che dopo la guerra fatta ai gynatar, noi prendessimo il figlio d’uno di essi, e lo rimandassimo tra loro prete, non credei di ritenerlo e lo inviai di nuovo a Kokdoda ». Il povero giovinetto non avea certo colpa per tal rifiuto e 11 Padre per un criterio di ordine sociale fece bene a rimandarlo; ma il fatto è triste: è uno dei tanti misteri seminati a traverso il campo della vita umana. Da Fira il missionario ritornò, riunito ai suoi due compagni, a Iballja per continuarvi lo stesso ministero. Quando il 24