— 152 — La mattina « davamo principio con una predica od istruzione adattata sempre ai maggiori bisogni ed alla capacità degli uditori; indi seguiva la santa Messa, e dopo essa, si faceva di nuovo un’altra istruzione per gli adulti. Quindi uscendo nel cimitero circostante facevamo ivi all’aperto il catechismo ai fanciulli, intervenendovi pure di libera volontà la maggior parte degli uomini e delle donne. In questo catechismo per limitarci secondo le strettezze del tempo e secondo la capacità degli uditori, poco potevamo progredire, e dovevamo contentarci che si apprendessero le cose essenziali della nostra santa Fede, il « Pater », 1’« Ave » e il « Credo » ; e insistevamo assai su quelli che chiamavamo obblighi dei fanciulli, cioè: 1) di pregar Dio ogni giorno; 2) di astenersi dalle parole cattive; 3) di ubbidire al padre e alla madre; 4) di perdonare le ingiurie; e queste cose facevamo loro ripetere spesse volte, perchè le tenessero a niente. Il dopo pranzo pure si raccoglievano una seconda volta i fanciulli, e di nuovo riprendevamo il catechismo come la mattina, raccontando di più qualche esempio adatto alla loro capacità, o qualche tratto di storia sacra, che poi facevamo loro ripetere; e lo facevano essi con una tal loro ingenua grazia e semplicità, che gli uomini maturi e le donne rimanevano stupiti ascoltandoli, e se ne compiacevano di molto. Finito il catechismo si recitava in chiesa il santo Rosario,dopo il quale si teneva un’altra predica o istruzione al popolo, insistendo sempre sopra le cose necessarie a ben ricevere i santi Sacramenti, sopra la gran necessità di accostarci ad essi con le debite disposizioni, e mettendo loro dinanzi agli occhi il gran punto della morte e le considerazioni del giudizio, dell’inferno, del paradiso, del peccato, e d’altri simili argomenti di gran peso a muovere i cuori. Finita quest’ultima predica si chiudea la giornata col canto delle litanie e con la benedizione del Crocifisso. Tale fu l’ordine che tenemmo con pochissime eccezioni, in tutti gli altri luoghi dove ci soffermammo; interrompendo solamente il catechismo negli ultimi giorni affine di ascoltare le confessioni che ci tenevano occupati per più ore. E’ incredibile a dire quanta avidità mostrassero della parola di Dio. E qui in particolare a S. Nicolò fu tanto notabile questa frequenza, che un capitano napoletano che si trovava ivi a caso e diceva assai male della gente del paese, vedendola poi accorrere in tanto numero e con tanta assiduità, con tutto che facesse un freddo sì acuto e la stagione fosse così avversa, ne restò assai meravigliato, e protestò che non avrebbe mai creduto che quella povera gente avesse tanta fede e tanto desiderio della parola di Dio ».