— 121 — stesso modo, intercessioni di amici influenti. Quando la lotta fra tribù e tribù è andata troppo innanzi e porta gravi nocumenti ai due avversari, si viene a patti e, o sì restringe il campo della contesa o si sopprime del tutto, ma se si tratta di conflitti col governo solo la spada, lo schioppo e il fuoco, con le rapine più spietate ci mettono fine. Si riprenderà poi a tempi migliori, poiché l’ingiuria e l’onta patita non si dimentica mai, e le canzoni popolari s’incaricano di perpetuare lo spirito delle rivendicazioni. Tutto ciò è particolarmente collegato, sebbene non lo sembri molte volte, con un concetto fondamentale che si ha della vita e della morte. L’Albanese è profondamente persuaso della effìmera fatuità della vita presente ed è raro che se ne distacchi con grande rammarico. La sofferenza, o continua o quasi, e ad ogni modo sempre periodica, l’ha abituato a formarsi una filosofia pratica del tutto diversa da quella che rególa le abitudini e il sentire degli occidentali. Qui il suicidio non esiste fra i maschi, perchè è virtualmente stimato una vigliaccheria; non si va incontro alla morte in modo stupido e sciocco, ma quando questa deve venire e non per offuscare la riputazione del morituro o della sua famiglia, nessuno la teme. È' vero che per effètto del contatto coi musulmani e forse anche per un resto delle credenze superstiziose del paganesimo di cui rimane molto nella pratica se non nella coscienza, vi è in fondo agli animi un certo fatalismo per cui si è persuasi che il destino fa tutto, ma a ogni modo l’istinto del vivere sa far adoperare dei mezzi di precauzione giudiziosa. Con tutto ciò se la morte deve venire, non si teme. E come non si teme per sè, non ci si fa neppure il minimo scrupolo, se la via di farlo non è attraversata o non si temono danni inevitabili, di toglierla agli altri. E tanto va innanzi in questo l’ardimento che anche di fronte ai massimi danni o pericoli, il passo dell’omicida non si arresta. Tutto ciò che abbiamo esposto in questo quadro generale sulla vita delle montagne s’incornicia naturalmente nella visione che il montagnolo ha dell’universo sullo sfondo eterno dell’oltre tomba. S’è detto e s’è voluto difendere anche da albanesi di una certa rinomanza, che l’albanese è di natura sua inclinato all’ir-