— s — cabile della morte strappando in quelli che erano stati strumenti divini del suo nascere e guida diritta e amorosa dei suoi primi anni qualcosa che era come una parte viva di lui medesimo. Ciò dovette servire a ritemprare la sua nativa energia, la sua pensosa serietà, e apriva meglio le strade della Provvidenza. Divelto dal suo tronco nativo, questo germoglio nuovo doveva essere trapiantato in un terreno adatto a lui mirabilmente, e dove avrebbe spiegata una straordinaria fecondità. Continuiamo la cronaca; dei fatti o meglio la statistica degli studi, nel nuovo campo di preparazione, in una fase di vita più vicina a Dio, in Seminario. I registri scolastici della direzione del Seminaro vescovile tli Verona ci riferiscono che ammesso, come fu accennato sopra, alla quinta ginnasiale nell’autunno del 1862, vi compiva nei due anni seguenti (1863-1864) le due classi, quinta e sesta, del Ginnasio Superiore, e in altri due anni successivi (1865-1866) vi percorreva le due classi di liceo, settima e ottava. Per Domenico' l’entrare che fece in Seminario non significava semplicemente continuare gli studi, ma egli aveva già fissato l’animo verso una meta superiore, il sacerdozio. Che egli ci fosse attratto lo sappiamo dal cenno fuggitivo riferito sopra, quando si trovava, quella fredda mattina d’inverno, nella chiesa di Erbezzo; ma possiamo affermare con sicurezza che a quel tempo era già matura in lui l’idea di farsi religioso. In che anno e per quali circostanze sbocciasse in lui questo pensiero, non lo sapremmo dire, ma quando fece l’esame di ammissione alla Compagnia egli manifestò che fin dai primi anni si era sentito attrarre verso la religione sebbene l’impulso fosse ancora indeterminato. Il suo' carattere abitualmente serio, come vedremo dalle testimonianze, lo portava a riflettere sopra i problemi fondamentali della vita, poiché non è raro incontrare dei giovani adolescenti che si pongono la questione della finalità delle cose quando assistono al grandi spettacoli della natura. Non dubito punto che quando la morte si presentò alla soglia di casa a Portello scompigliando d’un tratto la famigliola, quel colpo non sia stato per lui tanto più efficace nel dargli il senso triste e profondo della realtà delle-cose, quanto fu più inatteso. La sventura è sempre particolarmente provvidenziale per un’animo che ha grandi energie di