— 356 — Sono forse venticinque e più anni che si tratta di fare una ferrovia tra Scutari e Priserendi. Vi si mandarono altre volte ingegneri a visitare le posizioni, a prendere le altezze e le distanze, a segnare i luoghi pe’ quali si potea far passare la nuova strada e farne il preventivo. Però fino ad ora non si era fatto nulla, benché la città di Scutari desiderasse molto quella comunicazione con Priserendi, che avrebbe fatto rifiorire il commercio tra le due città apportando grandi vantaggi materiali. Invece si effettuò la ferrovia tra Salonicco e la Serbia, e il tronco tra Salonicco e Mitrovizza; e questo fu un colpo mortale per Scutari che le tolse quasi tutto il commercio con Jakova e Prizerendi, e lo portò a Salonicco. La cessione poi di Dulcigno ed Antivari al Montenegro finì di rovinare la capitale dell’Albania, poiché dove prima i montenegrini si provvedevano d’ogni cosa a Scutari, ora invece tutto fan venire pei due porti di Dulcigno ed Antivari, ovvero per la Bojana sulla quale il Montenero, in forza del trattato di Berlino, ha la navigazione libera; e quindi dove pochi anni fa gran numero di barche andavano e venivano pel lago da Rieka a Scutari, ora invece il commercio tra le due città è quasi nullo, e alla povera Scutari non rimase che un meschinissimo commercio coi villaggi della Sadrima e colle montagne, le quali essendo poverissime e vivendo de’ prodotti de’ loro campi e del bestiame, poco vantaggio possono recare alla città. Solo un filo di speranza restava ancora agli Scutarini per rialzare alquanto il loro commercio; ed è una strada che la mettesse in comunicazione con Priserendi, Jakova e Kossovo, giacché non ostante la linea di Salonicco, molti di quelle città troverebbero il loro tornaconto rivolgendosi a Scutari piuttosto che altrove. Quindi è che si fecero nuove istanze a Costantinopoli per l’effettuazione di una ferrovia tra le due città. Si dice che Costantinopoli abbia risposto favorevolmente, e quindi il Valv di Scutari mandò sulle montagne tra Scutari e Priserendi un ingegnere che fece accompagnare da qualche servo e alcuni soldati, per vedere se si dovesse stare a’ progetti fatti altre volte o se convenisse tentare di far passare la ferrovia lungo la costa del Drino, che sebbene più lunga, probabilmente porterebbe meno spesa, schivando così vari ponti e tunnel. Quest’ingegnere pertanto (era un certo Schneider) co’ suoi (quattro) uomini si recò sulle montagne di Thagi e Beriscia, visitò i luoghi principali, prese nota dei villaggi, delle alture, e delle distanze, mostrando che già conosceva quei luoghi dalle carte geografiche che se ne hanno. Quest'andata mise in gran sospetto que’ montanari, i quali vi fecero sopra mille castelli e le più strane supposizioni, I turchi, che in realtà sempre videro di mal occhio la nostra andata su que’ mon-