— 313 — strettamente e nel collo per dove si gonfia collo soffiarvi entro e poi ei lega. Così gonfiata questa pelle, il nuotatore spogliatosi delle sue vesti che si lega in un involto dietro al collo, se la applica sul ventre fermandola alle spalle e alle coscie, e sostenuto da essa facilmente passa il fiume. In certi luoghi dove non vi è-barca o trap, si passa la gente sopra un graticcio tirato da quattro uomini a nuoto sul loro ersic. Passato il Drino abbiamo cominciato la salita del monte prendendo la via della biescka perchè più facile e ombreggiata. Arrivati nella selva sopra la biescka di Beriscia, in un punto dove il sentiero faceva uno svolto vedemmo uscire due uomini, che appena ci videro presero' in mano il loro fucile e si ritirarono alquanto come per ripararsi dietro le piante. Io precedeva il mio compagno armato solo dell’ombrello, il mio compagno avea una vecchia pistola. Mentre mi avvicinava mi conobbero, e quando fui loro presso mi salutarono col « Sia lodato G. C. » e chiesero scusa se aveano mostrato qualche apprensione perchè credevano d’essersi incontrati con altri. Erano Ukscin Pietra e Jak Markella di Lvosc, che accompagnavano i due uccisori di Prel Nika di Koprati, colle loro famiglie, che state per alcune settimane in Lvosc ora andavano raminghe per non essere uccise. Erano una decina di persone tutti maschi tranne una donna con un fardelletto sulle spalle. V’erano Nosc e Ded Prela fratelli d’uno degli uccisori che in inverno erano stati da noi a istruirsi ed avevano imparato molto; v’era un altro ragazzetto di circa undici anni tutto ignudo coperto solo davanti con uno straccio grande forse come due volte una mano che gli cadeva non so come dal collo dove era sostenuto con un brandello dello stesso straccio. A Lvosc passando battezzai il figlio di Mihill Mirasci gyna-tar, senza però le cerimonie perchè mancavano i padrini. Arrivai ad Iballja quasi tre ore prima del tramonto. 26 mercoledì. — Non arrivarono ancora i dibràn, nè l’uomo che andò a prenderli. Al tramonto cominciarono ad uccidersi in Koprati. Si tirarono molte schioppettate e restò ferito alla testa Gion Nika. Accorsi, trattenni il nipote che era furioso, e la cosa finì lì. Confessai il ferito e partii lasciando molta gente accorsa per vedere e intendere. Pare che due capre di Gion Nika sieno entrate nel campo vicino; e questi volea prendere le capre; si cominciò a contrastare, si cominciò a tirare e Gion Nika restò ferito. 27 giovedì. — Oggi la famiglia di Gion Nika ferito ieri e un’altra dovettero uscir di paese benché in parentela molto lontana coll’uccisore di Prel Nika e anche in rotta con lui per altri