— 302 — ucciso egli pure. Quando io arrivai si stava facendo il drek, si scavavano i sepolcri e si facea conto di seppellirli poco dopo. Cercai di far differire il seppellirli fino alla mattina seguente per informarmi bene deU’awenuto, e vedere se si potea permettere che fosse benedetto il sepolcro. Le circostanze rendeano moralmente impossibile l’aspettare fino alla mattina seguente a dar sepoltura ai cadaveri. Anche l’impedire che fossero sepolti nel luogo dove si sogliono seppellire gli altri e dove erano già scavati i sepolcri era pericoloso e non si sapeva che conseguenze potesse portare. Pieter Koia e Sokol... testimoni di veduta, e Frok Kola e Zef Haidari su ciò che aveano udito e sapevano fecero giuramento: I. Che Prel Nika col Figlio non aveano nulla coi due contendenti, ed entrarono solo per pacificarli; 2. Che nissuno dei due sparò prima che fosse ucciso Prel Nika; 3. Che il figlio di Prel Nika fu trovato collo schioppo scarico, probabilmente tirò contro l’uccisore del padre, ma non si può saper bene che cosa sia avvenuto in quel battibuglio. In queste circostanze riputai più prudente lasciare che i due uccisi fossero seppelliti dove erano già scavate le fosse (non essendo il cimitero benedetto), ma mi rifiutai di andar io ad assistere e benedire il sepolcro per poter intender meglio come stavano le cose, e se occorreva scriverne al Vescovo. Con difficoltà si acquetarono ». Tre giorni dopo « Venne l’Ogia (continua il P. Pasi) a pregare che andassi a benedire i sepolcri dei due uccisi, e mi disse che qui bisognava adattarsi al luogo. Anche il Citaab (il cc libro », cioè il Corano) proibiva a lui di andare a seppellire chi si uccide da sè, chi è uccisio presso una donna, ecc. eppure andava per andar d’accordo con tutti; anzi avere proposto questi casi a Scutari e gli avean detto che facesse pure così ». Da questo singolare intervento del ministro religioso dei musulmani del luogo si comprende quanto ci tenessero e ci tengano i montanari alla benedizione dei sepolcri riputata dal punto di vista religioso-sociale come un atto di prima importanza, e, d’altra parte qual morale comoda seguisse il rappresentante dell’IsIam. Non si bada tanto alla necessità di morire debitamente riconciliati con Dio, quanto a un rito esterno di secondo e di terz’ordine. In questo il montanaro e il contadino cattolico albanese va d’accordo con l’ossei'vanza scrupolosissima degli ortodossi per tutto ciò che è rito esteriore o sacramentale, come pure si vede benissimo per ciò che spetta ai digiuni, astinenze, ecc. Invece si trascurano le cose fondamentali.