— 154 — prendere un uomo che essa ahborriva. Noto subito che simili casi di donne (e meno poi di uomini) suicide sono rarissimi. Del resto il missionario rende giustizia anche a quella povera gente, rilevando le buone disposizioni del loro animo, poiché- « nella loro ignoranza non mancano di docilità; hanno rispetto pel ministro di Dio; e se vi fosse copia di operai, anche questa vigna che appena può chiamarsi vigna, tanto è imboschita!, potrebbe dar frutti in abbondanza. In tale necessilà che cosa mai potevamo noi fare in quattro soli giorni, tempo prefisso ad ogni sosta? ». E come vivevano i due missionari? Lasciamo che ce lo raccontino essi medesimi. « Il letto che avemmo in quei giorni fu qui come negli altri luoghi la nuda terra con una semplice stuoia e con un tappeto di pelo di capra detto plis. Secondo l’uso del paese, dormimmo vestiti. Tutta la famiglia, oltre quelli che vengono a passar la notte per qualsiasi ragione (giacche l’ospitalità qui è cosa sacra, e si esercita con tutti indistintamente) dormono in una sola stanza vicino al fuoco. Adagiatisi in terra per prender sonno continuano a parlare tra loro e fanno come una conversazione notturna, finché a poco a poco qua si spegne una voce, là un’altra si va affievolendo, un’altra più giù si cambia in russo, poi tutti zittiscono. Quanto al cibo dovemmo prendere quello che ci veniva offerto, chè rifiutarlo o prendere altra cosa sarebbe stato per loro un grave affronto. Nel cibarsi hanno, come per tutto il resto, i loro rituali impreteribili; prima di tutto si dà l’acqua alle mani, ed è necessità, perchè secondo il costume turco debbono servire di forchetta e di coltello, ed ognuno le stende sul piatto comune. L’unico strumento necessario è il cucchiaio: non c’è però bisogno che ognuno abbia il suo: uno basta per molti, e ad ogni boccone lo si cede in giro. Il desco è rotondo, alto un palmo circa da terra e i commensali si accoccolano dintorno incrocicchiando le gambe sopra la stuoia. Si comincia a far girare il bicchierino dell’acquavite, bevendo la quale si fanno vari auguri, cominciando sempre con dire: « Sia lodato Gesù Cristo »; indi seguono i complimenti a modo di brindisi con le loro analoghe risposte, tutte cose prescritte e determinate nel rituale. Quando viene il cibo, che essi chiamano pane (perchè d’ordinario è poco più