CAPITOLO II. Dal Noviziato al Sacerdozio; da Gorheim a Scutari (anni 1866-1880). Dalle testimonianze che abbiamo raccolte intorno all infanzia e alla prima giovinezza di Domenico, abbiamo potuto formarci già un’idea precisa del suo carattere, di quella forma particolare di animo e d’ingegno che sarà la forza motrice di tutta la sua vita, e, darà alla sua azione un’impronta tutta propria. Domenico deve all’ambiente cristiano in mezzo al quale crebbe e si formò, la fede e l’ardore religioso; al temperamento sano e vigoroso dei monti, la maschia forza del carattere, come impronta o espressione particolare della sua psiche; la nascita e l'educazione diedero un indirizzo netto e preciso a tutte queste forze morali e psicologiche, con quel certo che d’intransigenza «he spiega anche i suoi difetti. Per indole, dal punto di vista della socievolezza, egli era aperto e allegro e ciò è comune nel Veneto, e si distingue per sue qualità particolari nel veronese; la Provvidenza dando forma, svolgimento e direzione soprannaturale a tutto questo, gli ispirava il proposito di tendere al Sacerdozio e di farsi religioso gesuita. Tale, in poche parole, è il ritratto di Domenico in cui si compendia la prima fase della sua vita e si adombra tutto il suo avvenire. Eccetto i documenti che abbiamo riportato, di questi primi anni non ci resta nulla. Nella visita che io feci alla sua famiglia in Erbezzo nell’agosto del 1927, non vi trovai di lui che pochissimi ricordi. Vi era la Vita di S. Luigi Gonzaga del Cesari, una Vita di San Giovanni Berch-inans, e le Opere Spirituali di S. Alfonso. Vi è conservata pure la medaglia che gli fu data alla line della classe settima ginnasiale in Logica e Metafisica generale nel 1865. Da una parte della medaglia vi è lo stemma del Seminario di Verona: uno che se- 2