— 43 — dhanjorrè per fabbricarvi una villa pei Padri e pei chierici, e dato per 20 anni l’uso di un vicino querceto. Si poterono mandare gli alunni nel giugno di quell’anno a prendere un po’ di svago tutte le settimane nella casa stessa del Sig. Gjinaj, ma appena si volle poi costruire una casa propria, venne un ordine dal Vali di smettere e si dovette cercare una villa altrove. Una delle opere di cui dovette occuparsi in modo tutto particolare il P. Pasi, perchè entrava precisamente nel suo genio, fu la Congregazione mariana. Questa era sorta nel 1875 di tra i giovani dell’Oratorio che s’era aperto quell’anno stesso per raccogliere i garzoni di bottega con l’intento di offrir loro tutte le feste degli onesti trattenimenti e dar loro una solida ignizione catechistica. Ai giovani oratoriani si aggiunsero poi dei mercanti scutarini e la Congregazione fu regolarmente eretta il 31 ottobre 1875 sotto il titolo dell’Annunziata. Il Rettore del Seminario ne teneva la direzione, con un padre delegato a far le sue veci. Fin dal principio delegato del Rettore fu il P. Giacomo Jungg che impareremo ben presto a conoscere. Durante il tempo che la Congregazione fu sotto la direzione di questi due grandi apostoli, essa fiorì mirabilmente e non s’ebbe a deplorare nessuna aperta e collettiva mancanza all’ordine e alla disciplina, come avvenne in altre circostanze. Tanto furono consolanti i frutti di una tale istituzione in mezzo agli uomini, che uè] 1887 il P. Pasi pensò di far qualcosa di simile per le madri cristiane, in forma privata, intanto, e a modo di prova, allo scopo di educar anche a Scutari la donna alla grande missione domestica e sociale a cui l’ha destinata la provvidenza con l’alto ufficio della maternità. Insomma quantunque come Rettore, direttore di due congregazioni, e dell’oratorio, prefetto degli studi, supplente dei vari professori, prefetto delle prediche che si facevano dai chierici in refettorio, e infine come confessore fosse già più che sufficientemente occupato, pure seppe trovare il tempo a impiegarsi in tutte le opere di zelo che poteva. E si noti che il rettore allora aveva un gran da fare anche per tutto ciò che richiedevano gl’inevitabili rapporti con le autorità turche del paese e coi rappresentanti delle potenze straniere, per non •dire delle frequentissime relazioni col clero. Nel lavoro aposto-