— 411 — morte, ma speravano ancora aver qualche figlio a cui lasciare l'eredità: è una tentazione a cui pochi resistono nelle montagne. I tre sangui eran troppo recenti, e i tre che li cercavano neppur andarono mai alla chiesa per non esser costretti a perdonare. I due vecchi furono scomunicati; multa un bue per chi trattasse con loro. I Missionari speravan di ottener molto a Iballja, centro, con le sue 90 famiglie, a cui tutti guardano, tanto più che ci doveva esser vivo il ricordo dell’opera che il P. Pasi e il P. Jungg vi avean svolto negli anni 1888-1890. Ci si unirono tutti i missionari, ma furon delusi nelle loro speranze. Furono accolti freddamente e l’esito fu poco felice. Durante i 10 giorni che ci si fermarono, misero in opera tutti i mezzi per attirare il popolo, ma non ci vollero venire; alcuni principali erano in rotta col parroco, e uno dei più influenti aveva sparlato dei Missionari spalleggiando quelli che non ne volevan sapere della Missione. Costui era poi intricato in parecchi gravi imbrogli. Invece riuscì magnificamente bene la missione data a Lvosh dal P. Zadrima. L’ultimo giorno all’erezione di una croce ci fu presente anche il P. Pasi. Di là si misero tutti in via alla volta della Chiesa di Alsiqe (Berisha). Giunti a Shopel uscì loro incontro un brav’uomo con un jebrìk o vaso di terra cotta con beccuccio, pieno di acquavite che volle prendessero a ogni modo, e benediceva il Signore che avesse ricondotto i Padri un’altra volta tra loro. « Poi stando ancora in quel luogo con voce stentorea chiamò il Parroco: Ooo-Mo-rè-Pa-ter-Mar-ku. U-àààà! una, due e più volte, dando sempre più forza alla voce, e specialmente a quel U-àààà finale, che accompagnava con un movimento di tutta la persona, e avresti detto che si dovea sentire dalla cima dei più alti monti che ci circondavano. La chiesa colla casa parrocchiale era sull’altra costa di monte di rimpetto al luogo dove noi ci trovavamo, ma abbastanza distante e al di là di un torrente che scorreva in fondo alla valle. Dopo alcune chiamate si udì la voce che rispondeva: Cià-thue-mo-reee? Che cosa dici, o caro? Allora il nostro telefonista annunziò sul tono di prima che arrivava il P. Deda e ac* compagno l’annunzio con un colpo di fucile e questo colpo fu