— 45 — erano ridotti a cinque o sei. Lo storico aggiunge peraltro che la forte diminuzione di alunni era pur dovuta a una troppo severa disciplina. Dall’insieme delle testimonianze, dovremo rilevare che il P. Pasi la prima volta che fu rettore fu effettivamente piuttosto severo. Il rigore però non era nella sua indole, ma dovette dipendere da un intento di rettitudine e di disciplina. Apparisce infatti anche dai pochi accenni che fa alla sua vita il diario di casa, che egli prendeva parte volentieri alle escursioni degli alunni del seminario, e non rifuggiva dall’accettare, all’oc-correnza, qualche invito a pranzo fuori di casa secondo le circostanze. Anche ai padri o fratelli che teneva sotto la sua autorità non pare che fosse difficile ad accordare gli svaghi indispensabili per chi è costretto a menar una vita faticosa, sedentaria e ritirata. £ però trovo che non di raro qualche padre poteva accettare l’invito dei parroci a passare un po’ di vacanze all’aria aperta. Anche quando si trattava di studi o esplorazioni per motivo scientifico, e ciò fa onore a lui e ne dimostra la larghezza di vedute, non dovette esser difficile ad accordare le debite licenze, se dobbiamo arguire dal fatto che nell’agosto del 1885 il P. Carlo Vassilicò, il quale seppe tanto arricchire il museo e la biblioteca dei PP. Gesuiti a Scutari, partiva per Dulcigno e altri luoghi allo scopo di visitare i monumenti di chiese antiche che ci sono in Albania. Così nell’agosto dell’anno seguente, il M. Bartoli prendeva occasione da un viaggio del medesimo P. Vassilicò a Prisrend per fare delle ricerche mineralogiche nelle alte montagne di quelle regioni. Da tutto l’inseme, insomma, per chi considera bene gli appunti del diario, apparisce che il P. Pasi non era nè pedante nè di mente o animo angusto, gretto. Che egli sapesse fare e non avesse maniere nè zotiche nè offensive si può rilevare dal fatto che secondo autorevolissime testimonianze, come per es., dell’attuale arcivescovo di Scutari, Mons. Lazaro Mje-dja, che a quel tempo era suo alunno in Seminario, non ebbe mai, durante i tre anni che fu allora Rettore, urti o attriti con le autorità del luogo, salvo con un vali che per turpi motivi voleva si aprisse la strada del Collegio. Il buon padre anche in quell’occasione ricorse al mezzo favorito di far pregare e riuscì a impedire quello sconcio. Anche con gli altri istituti religiosi conservò