— 375 - riuscirono trionfali. La fede e la virtù religiosa nella rigenerazione morale domestica e sociale rifiorirono come per incanto al soffio della nuova primavera religiosa in Albania. Le testimonianze non solo lasciateci dai missionari, ma che io stesso potei udire da Vescovi e da parroci che poterono aver contezza di quel grande risveglio di fede e di pietà, parlano come di qualcosa fuor d’ogni aspettazione. Si può certo paragonare al migliore periodo di attività missionaria francescana in Albania che fu il secolo XVII, se non quanto all’eroismo imposto dalla persecuzione ufficiale che fece allora dei martiri, ma certo quanto alla possente efficacia della predicazione che placa gli odi più inveterati e tremendi, corregge i costumi, riscalda le anime e illumina le menti rimettendo l’uomo sulle vie della eternità con la coscienza del vero e il proposito del bene. L’inverno di quest’anno 1891 aveva portato grandi nevi .sulle montagne, chiudendo le vie e impedendo le comunicazioni. In parecchi luoghi non si poteva uscir di casa che pel tetto e gli animali non potevano uscir dalle stalle e bisognava portar loro l’acqua e il fogliame. I montanari non raccolgono presso le loro case il fieno (dove c’è) o le fronde verdi delle querce che è, si può dire, l’unico foraggio d’inverno, ma lo accumulano in pagliai nel bosco e a mano a mano che occorre lo vanno a prendere. Quest’anno ciò fu reso particolarmente difficile dall’enorme quantità di neve caduta, che bisognava camminarci sopra coi rath o cerchi sotto i piedi per non affondare. E però quella povera gente dovette incredibilmente soffrire, e con tutto ciò molti animali perirono dagli stenti e dalla fame, producendo in quelle già tanto povere popolazioni, una grande carestia. I montanari stessi dovettero cibarsi di erba per non morir di fame. Per fortuna nella prima settimana di marzo soffiò un forte scirocco che sciolse le nevi e aprì la strada alla primavera e ai missionari. Il P. Pasi accompagnato dal Fr. Antunovic prendeva la via dei monti il 6 marzo e giungeva ad Iballja in tre giorni. « Grande fu la sorpresa di quei Cristiani — racconta il Padre — nel vedermi; giacché anche questa volta si era sparsa la notizia, che io era stato ucciso, e non una ma due volte... Que-