-281­ L'occupazione di Scio era stata 'sempre scartata dal suo predecessore, che giustamente pensava alla grande difficoltà di mantenere il possesso dell'isola in caso di attacco del nemico. Come abbiamo veduto infatti nell'ultima Consulta tenuta dal Morosini nell'anno precedente, era stato deciso di preparar~ tutto per ritentare nel 1694 l'impresa di Negroponte. Giunte 5 galere pontificie col Bussi e 7 di Malta col Conte di Thun si iniziarono i preparativi per la spedizione, lasciando bene guarnita la Morea nella eventualità che, in assenza della flotta, l'esercito turco potesse tentare di rioccupare la penisola~ Ai primi di agosto 1694 lo Zeno lasciò i porti della Morea. La flotta era composta di 34 galere, 6 galeazze, 21 navi di linea ed altre minori. Essa aveva a bordo un corpo da sbarco di cir~ ca IO mila uomini. I vascelli furono fatti procedere isolati. Sor­presa durante la navigazione da forti venti di tramontana, la flotta vagò per 34 giorni per l'Arcipelago prima di riunirsi presso l'isola di Tino. Sopravvenuta la calma, per procedere tutti uniti, i vascel­li furono presi a rimorchio dalle galere e lo Zeno potè prendere terra alla marina di Scio soltanto il 16 Settembre 1694. La piazza fu investita e si arrese dopo 8 giorni (Fig. 56). Colla resa di Scio caddero in mano dei Veneziani anche 3 galere e 27 navi mercantili turche che erano in porto. La guarnigione di 5000 uomini venne sbarcata sulla vicina sponda dell'Asia Minore. Sui forti vennero presi 212 cannoni e ab­bondanti munizioni. A Scio venne nominato Provveditore Giu­stino Riva e Rettore Vincenzo Bragadin. Appena occupata la piazza giunse allo Zeno dal Capitano Straordinario delle navi Bartolomeo Contarini, che incrociava fuori delle Spalmadori colle navi a vela, la notizia che una flotta nemica di 20 vascelli e 17 galere era stata avvistata a Nord dell'isola. Il comando della flotta ottomana era sempre affidato ad Hassan Mezzomorto che, come abbiamo già detto, era un uo­mo di mare di primissimo ordine e fornito di un coraggio indo­mabile. Il Contarini chiese l'autorizzazione di attaccare senz'altro. il nemico, ma lo Zeno rispose che desiderava partecipare anche lui al combattimento e gli ordinò di intrattenersi iIÌ quelle