— 30 — la solenne distesa del lago, e la pianura alla cui testa si trova: la città regina dell’Albania. È vero che una città, dove il governo ottomano non ha mai voluto saperne dell’estetica e della decenza, fa una triste impressione, ma per amore del vero-bisogna dire che lo scutarino ci tiene molto all’una e all’altra neH’interno delle sue abitazioni signorilmente addobbate e pulite, e la città stessa si fa ammirare, poiché le sue case sono-sparse come in un vasto giardino pieno di piante e di profumi. Perciò essa apparisce assai più ampia che non sia una grande città nostra d’Italia. Un topografo turco avrebbe detto: il giro del suo perimetro è più vasto che non sia il campo dei raggi del sole, e la misura esatta dei suoi lati e il passaggio dei suoi quartieri va oltre i limiti del pensiero. Questa è una delle solite iperboli orientali, ma quando si pensa alle 3500 case che contava al tempo che ci mise il piede per la prima volta il P. Pasi, che tutte avevano, si può dire, il loro giardino, l’area già fin d’allora doveva essere certo considerevole. L’Hecquard, console di Francia a Scutari, che publicava la sua storia e descrizione dell’Alta Albania nel 1857, faceva ammontare allora la popolazione della città a un numero complessivo di 4500 case, delle quali 3000 musulmane, 1400 cattoliche e 100 greco-scismatiche, sparse sopra un’area la cui circonferenza sarebbe stata di 4 miglia. Ventiquattro anni più tardi il Gopcevic ci assicura di non averne trovate più di 3500 compresi musulmani, cattolici e ortodossi, ciò che avrebbe dato un numero di cittadini pari a 25.000: lo.000 musulmani, 7500 cattolici e 900 ortodossi. Se non che una decina o quindicina di anni più tardi la popolazione si sarebbe ancora aumentata di molto fino a 35.000 abitanti, non saprei con qual proporzione fra le varie confessioni religiose. Il Gopcevic calcolava che ci fosse pure un centinaio circa di zingari, che a Scutari sono di una specie particolare poiché non sono nomadi (1). Comunque sia, è certo assai difficile farsi un’idea esatta della statistica etnografica di quel tempo in Albania, poiché il censimento del governo o non esisteva o era fatto in modo-assai approssimativo per la ritrosia del popolo a farsi iscrivere» e per la negligenza e corruzione degl’impiegati. ( ) I Maxh'yp.