— 183 — inente la Missione. Così almeno ci assicura per parte della popolazione di Dushinani, posta a ridosso del Cukali dal lato orientale in una delle regioni più brulle e più strapazzate che io abbia mai vedute. Scrive dunque il P. Pietro: « Sono ritornato in questi giorni da Dusmani dove fui per accomodare alcuni affari. I dusmanesi mi pregarono tanto e poi tanto affinchè dicessi a Vos. Pat. che dopo che avrà terminato Sciala, l’aspettano con le braccia aperte a Dusmani. Essi alle biescke non vanno, quindi sono sempre pronti. Vos. Pat. però farà come meglio Le accomoderà ». Sentiamo ora la voce di alcuni parroci. E primo a venirci innanzi è Mgr. Pasquale Babbi, rinomato per il saporitissimo albanese della sua Storia Sacra. Era uno dei non pochi sacerdoti di cui non ci furono avare le ultime generazioni, e che insieme con Mgr. Agostino Barbullushi, D. Pashko Junki, D. Eill Radoja, ecc., per accennare solo all’Archidiocesi di Scutari, lasciarono ottima rinomanza nel popolo. Stralcio dalla sua lettera scritta da Jubani dove era parroco, il 30 ottobre 1894: Molto Rev.do Padre (Posi) « Godetti al vedere una sua (lettera), che si facea molto desiderare. Sento poi gran piacere che almeno nella più parte il male del piede sia scomparso. Il s. Cuore ci penserà al resto, almeno pei grandi bisogni che ha il mio paese di conoscere il suo Cristo che solo di nome, come i nostri scismatici, conoscea, e che ancor non sapea essere Dio fatto uomo. Ed Ella sa che nulla esaggero. Ma lo è così in realtà. Quindi incapace per ottenere la giustizia quae justificat peccatores. La missione della mia Govoci ha sortito un tale effetto che ben si può sentire, non mai descrivere. Lo dice il trasporto dei govocesi pei Padri, lo dice ogni maniera di servizio in regali che poterono fare, lo dire la docilità prestata ai medesimi, lo dicono le lacrime, i singulti delle donne, e ragazzi, e degli altri nell’accomiatarsi, lo dice l’accompagnamento trionfante fatto ai medesimi, lo dice la memoria dei loro esempi che dessi si fanno presente, e ne parlano. Padre mio, non so dire la mia gioia, e la mia contentezza... Vegga quanti vantaggi; che mai mi prometteva....