— 238 — Pillati inferiore, che abbracciavano tutta la regione montuosa lungo il Drino sulla strada Scutari-Prizrend ; nel sec. XIV troviamo applicata questa terminologia alle diocesi di Pùlatum senza aggettivo, o Pùlatum Majus, e di Pùlatum Minus, il cui vescovo è detto pure, per una storpiatura derivata dall’ignoranza dei luoghi dello scrivano pontificio, Scordiensis o Scodrien-sis invece di Sardiensis. È' difficile determinare i confini della piccola diocesi, ma dal fatto che Sappa si estese poi alla parrocchia di Mazreku e di Shllaku e alle montagne che ora costituiscono le Sette Bandiere di Puka, e allora formavano il territorio del Dukagjini, è verosimile e in tutto probabile che Sarda avesse giurisdizione più o meno fino a incontrare verso le alte montagne di Puka, Pùlati Superiore. E ora diciamo qualcosa di Sappa. Si è discusso se il nome sia di origine traco-illirica, o una cattiva pronunzia della traduzione italiana di shàt, che non si deve confondere con shat. Poiché shàt significa « zappa », mentre shat nella Bassa Albania (o Tosknija), a cui esclusivamente appartiene come lingua d’uso, vuol dire villaggio, sebbene anche là non vi si trovi se non nella forma di « fshat » o « pshat » (da massatum, v. Weigand, Alb. Deutscher Wt.). Di « Sappa » nella toponomastica d’oggi non abbiamo nessuna traccia. Si è preteso, sulla testimonianza di due o tre persone, che la parola sia rimasta nella denominazione del castello kalaja e. Capès, il quale sorgeva certamente dove ora c’è la chiesa della parrocchia di Nenshàt. S’è voluto infirmare tal testimonianza poiché tutti gli altri, nei paesi d’intorno, la ignorano, ma in fatto di tradizioni e di toponomastica, per quanto ciò possa parere strano, il caso non è unico, poiché certi nomi vanno scomparendo mentre altri vi si sostituiscono. A ogni modo, ancorché si dovesse ammettere come provata una tal testimonianza, non sarebbe un argomento decisivo per l’origine traco-illirica del nome. Se ricorriamo ai documenti storici il nome « Sappa » apparisce per la prima volta quando Papa Nicolò IV l’il giugno del 1.291 annuisce alle preghiere di Michele arcivescovo di Antivari, e di lìlena regina della Serbia, perchè accordasse un vescovo alla ¡popolazione cattolica di una città distrutta da tempo, chiamata