— 345 — re i ragazzi; non fu possibile; tutti poveri, con case piccole, cogli animali dentro, e non sanno trovar un posto dove raccogliere una ventina di ragazzi e il Padre che li istruisca. Anche qui dovei contentarmi di cambiare abitazione ogni giorno, e per quel giorno la famiglia che mi dava albergo, collocava con molto incomodo il bestiame tra i vicini e puliva un po’ la casa o capanna per accogliermi il meglio possibile ». La popolazione accorreva con grande fervore religioso. Osserva il Padre che in circostanze simili di grande povertà e di abitazioni troppo incomode e disadatte, mentre d’altra parte i bisogni spirituali e morali sono enormi, per l’estrema rozzezza del popolo e per la lontananza della chiesa, converrebbe disporre le cose in modo da farsi cedere per i pochi giorni della Missione qualche casa meno incomoda a pagamento e di procurarsi anche il cibo a proprie spese. « In quel giro fece grande impressione il Crocifisso della Missione che portai meco. Non aveano mai veduto G. C. crocifisso, e si raccoglieva la gente per vederlo e si faceano mille domande: se era maschio o femmina? perchè l’aveano coperto ai fianchi? se era proprio quel che vedeano (colui) che morì in croce, o un altro rappresentato da quello? ecc. ecc. ». Non deve far meraviglia questa ignoranza poiché la regione di Apripa è la più lontana e la più impervia; del resto quanto più le popolazioni delle montagne sono fuor di strada e però rozze e primitive, tanto più sono, in generale, morigerate, e sentono l’attrazione misteriosa della fede che porta loro il missionario. Bisogna eccettuare solo quelle regioni che sono confinanti coi musulmani e ne dipesero o ne dipendon troppo nel vivere. Ripeto che il montanaro sente per istinto il fascino della fede nell’istruzione religiosa. Ne è una prova quel che racconta il Padre II giorno 17 giov. — «Passai a Merturi nella casa di Giò Difi. I ragazzi vennero con grande impegno. Il primo giorno si alzarono poco dopo la mezzanotte e vennero a battere alla porta della casa dove stavo per dir orazioni. Risposto loro che era troppo presto, partirono, ma vennero altre due volte prima che uscisse la luce. Non ostante l’impegno di imparare, mi hanno fatto patir molto per la difficoltà che aveano di ritenere; in nissun luogo avea tro-