— 38 — quelli verso i quali la Provvidenza l’ha rivestito della forma di una sublime paternità. Sentiamo quanto ne dicono quelli che lo ebbero maestro di dottrina e di disciplina. Interrogai tutti quelli fra i suoi antichi scolari di Collegio che potei trovare a Scutari, dove ora essi sono persone onorate, e furono unanimi a dichiarare che il P. Pasi come professore era l’uomo del metodo e della regola, e nell’insegnamento del diritto naturale addestrava i suoi al ragionamento e alla disputa; era serio, esigeva, ma non mai usava parzialità. Egli badava sempre a quello che era giusto e ragionevole, tanto che ad alcuni potè parer severo. È opinione comune che non si abbandonasse mai ai trasporti dell’ira, nè si mostrasse mai incollerito, sebbene non tutti ammettano che fosse simpatico. Ma ciò parve ad alcuno iu particolare, poiché i più assicurano che nel tratto e nel conversare fosse mite e buono coi suoi ragazzi. Mi narrava uno in proposito il fatto seguente. Un giorno durante la ricreazione (egli era sorvegliante), a un tale saltò il ticchio di accendere uno zolfanello, e glielo mise al P. Pasi nell’orecchio. Il Padre senza adirarsene affatto, si contentò di domandargli: « Ma perchè hai fatto così? ». L’altro si mise a ridere e finì tutto. Uno dei suoi scolari che ebbe particolarmente modo di conoscerlo, mi disse chiaro che il P. Pasi mise l’uso di metter la catena a chi parlasse albanese in ricreazione, essendo, come ho accennato sopra, espressa volontà di quelli che formavano la commissione (i migliori cittadini di Scutari) che i ragazzi imparassero quanto prima e quanto meglio le lingue che servivano al commercio con Trieste. Ebbene lo stesso P. Domenico fin da principio mise un impegno straordinario a imparare questa lingua, e a tale scopo usciva con quel suo scolaro a passeggiare, e anche passando davanti alle botteghe si faceva dire come si chiamassero i vari oggetti messi in vendita, in albanese. E fin d’allora compose un libro di preghiere in questa lingua a uso del popolo. Da ciò si comprende che la misura severa del P. Pasi non dipendeva affatto dalla mancanza di stima per l’albanese, ma da un semplice criterio di disciplina e per ottenere lo scopo particolare per cui le ricche famiglie scutarine mandavano i loro figliuoli in Collegio; ciò è perfettamente legittimo, com’è legittimo, per es.,