— 359 — suoi confratelli. I combattimenti più forti e più frequenti li ha 'colla Ghulscedra e solo da essa può essere rovinato, per essa perdere la sua forza e quindi anche la vita. Ciò che è il dragone nei maschi è la Ghulscedra nelle femmine. La ghulscedra può essere donna, cavalla, gallina, ecc. Nella forza e nel valor militare è simile al dragone, però differisce in questo dal dragone, che dove il dragone cerca il bene dell’uomo e lo difende, la ghulscedra ne cerca il male e procura sempre di nuocergli. Di qui nasce che spesso i dragoni e le ghulscedre sono in guerra tra loro per cagione degli uomini e secondo che vincono i dragoni o le ghulscedre hanno gli uomini fortuna o disgrazia. Uno dei tempi in cui specialmente combattono tra loro i’ dragoni e le ghulscedre è quando scoppiano i temporali; i tuoni e i fulmini sarebbero i colpi che si tirano i dragoni e le ghulscedre. L’altro quando viene l’ecclissi... Anche la Ghulscedra cessa di essere tale quando si venga a scoprire il suo stato, quindi essa non manifesta la sua condizione che poco prima di morire. Ma basti il detto intorno a cotali fole e superstizioni : ora ripiglio il corso della narrazione. Fermatomi due giorni ad Ibalia volli recarmi a Dardha passando però per la biescka o cima della montagna dove ora stanno i pastori col bestiame. Arrivai la sera agli stani o capanne dei pastori di Msiu, dove subito preparai un luogo e quindi un altare all’aperto per poter dir la Messa la mattina seguente. Mentre io col Fratello preparavamo l’altare, arrivavano i vari gruppi di pastori, altri colle pecore, altri colle capre, chi cogli agnelli, chi coi capretti, chi colle vacche. La nostra visita fu loro tanto più cara, quanto più improvvisa. Quando tutti furono raccolti, che fu solo dopo l’imbrunire, c’inginocchiammo tutti da-Tanti a quei pochi pali che formavano l’altare, vi misi sopra ,il mio crocifisso, e recitammo in comune la terza parte del Rosario con 1’« Angelus Domini » ed altre orazioni, e si finì col canto della canzoncina Nder kam tuia Zoja Mrii, (al tuo piè Maria diletta) che è conosciuta e si canta con piacere in tutti i paesi dove siamo passati. I ragazzi avrebbero voluto venirmi a trovare dopo cena perchè gl’istruissi, ma dissi loro che essendo già tardi e la notte corta, e volendo io levarmi il domani di buonissima ora, non poteva contentare il loro santo desiderio. Infatti la mattina seguente ci levammo per tempissimo, feci svegliare tutti i pastori, che subito si recarono intorno all’altare, e mentre preparava il necessario per la S. Messa e mi vestiva, i ragazzi recitarono le orazioni della mattina sotto la direzione del buon catechista Doda, di cui parlai più volte. Durante la S. Messa feci recitare il Rosario pure in comune, poi tenni loro un discorsino