— 49 — .-aspri giudizi sul suo conto durante il primo anno che fu rettore. Ebbe infatti come suo rappresentante in Seminario e ministro dei chierici, per usare la terminologia domestica, un padre che, un po’ forse per carattere troppo vivo e impetuoso, e molto più, credo io, perchè non aveva saputo comprendere il carattere albanese per adattarvisi come esigono le leggi di ogni buona peda-dogia, non ha lasciato certo di sè un ricordo simpatico ed esasperò gli animi, con delle frasi troppo acerbe che si ricordano ancora. Ciò dovette di riverbero pesare anche sulla stima e l’affetto pel P. Pasi. In realtà lui pure fin da principio strinse i freni com’è narrato dalla storia di casa volendo che fosse restituito il rigore delle regole, e vi si aggiunsero pure degli avvisi, ciò che fece bollire l’animo di certuni, di modo che uno fu cacciato e due altri! furon ritirati dai loro vescovi. Quaiito e come ciò abbia influito sull’andamento generale e anche sulla sanità non si potrebbe determinare per mancanza di dati precisi, ma è certo che facendo la storia del 1887, il cronista osserva in un luogo che una fra le cause per cui si ebbero a deplorare delle malattie e delle morti fu la disciplina, che se non era « rigidior quam in aliis hujusmo-di Collegiis, certe non... mitior ». Bisogna sempre tener conto che gli albanesi non son molto disposti da natura a un soverchio rigore, alla disciplina in genere, e poi non pochi portano in Seminario delle disposizioni fisiche assai precarie dal punto di vista della sanità, e se la vita chiusa è per tutti, in qualunque paese, gravosa, lo è assai più al temperamento di uomini avvezzi a una libertà sconfinata. Potrei assicurare che il P. Pasi in questo allora non mostrò grande discernimento. Questo è anzi il difetto fonda-mentale della sua vita soprattutto quando fu superiore. Si badi sempre però a non esagerare e a non lasciar in un canto tutto ciò che spiega e attenua, e anche quella sua soverchia austerità ed -esigenza bisogna sempre considerarla alla luce del suo animo, del modo con cui apprendeva e giudicava, e soprattutto sullo sfondo di una umiltà e vera e profonda carità che lo portò sempre a sacrificarsi per gli altri. Si attribuisce anche in parte la manchevolezza della sua influenza educatrice al fatto che metteva come prefetti esclusivamente dei dalmati, ciò che indispose realmente :gìi albanesi. Ebbe anzi a dire una volta ai chierici in camerata, 4