— 365 — Così termina il P. Pasi con uno squisito atto di umiità la relazione gustosissima di quel giro fuor di programma che avea dovuto fare per le montagne. Bisogna tener conto del fatto che già comincia contro il missionario cattolico la reazione musulmana. Per quel tempo dire reazione musulmana e reazione turca è tutt’uno, poiché il musulmano era profondamente attaccato al regime turco dell’Asia, almeno nell’Alta Albania. Del resto che anche la Turchia politica come tale ci tenesse a inceppare i movimenti del cattolicismo si rileva anche da un fatto che il Padre Pasi riferisce nel suo diario in data 12 luglio e che mette conto riportare. 12 sabb. — « Antonio De Santi da Trieste venne a Scutari per farsi turco. Feci di tutto per fargli avere una mia lettera; fu impossibile. Zurani lo salutò a nome mio e gli disse che desiderava vederlo, e fu a un pelo d’essere incarcerato; dovette fuggire in fretta. Sono sei giorni che il De Santi sta giorno e notte nella camera del Capo della Polizia. Oggi ci dovea essere il colloquio previo all’abiura. Andai io con D. Pietro Gjolala e il Dragomanno A. U. ma fu impossibile parlargli da solo a solo; si voleva che io gli parlassi in pieno misUs; rifiutai di farlo. Allora si disse che il De Santi non voleva parlar col Capo della religione che abbandonava e quindi si procedeva..... all’abiura. Io protestai, essendo ciò contrario alla Viziriale che regola simili fatti, poi riferii ogni cosa a Mr. Arcivescovo che protestò in iscritto ». Le cortesie del Kajmakàm di Puka, anche se si devon prender sul serio, erano un’eccezione, e dovremo pur troppo accorgerci che furono una bassa ipocrisia. Finora abbiamo seguito si può dire, un passo dopo l’altro, l’opera missionaria del P. Pasi nella diocesi di Sappa, particolarmente sulle montagne, poiché il diario scritto da lui ci forniva una messe abbondante di notizie presentate nella loro prima forma viva. Da questo punto il diario diventa una semplice cronaca schematicamente statistica di fatti generali e ci serve poco. Bisogna ricorrere d’ora in poi principalmente, per quel che riguarda le missioni, alle pubblicazioni, a uso privato, delle lettere così dette edificanti che sono una riproduzione più o meno integrale di lettere e relazioni che non ci restano più ge-