172 L’Albania e l'opera di G. De Rada talia, che più s’avvicinano all’etimologia, e la parentela dell’albanese con il greco ed il latino, che il De Rada avea riconosciuto prima che fosse intuita da qualche raro filologo e difesa dal Bopp, questo contrasto tra la scrittura scientifica e la scrittura empirica appare, anche nelle sue prime opere, abbastanza frequente. A render la pronunzia, che l’alfabeto, naturalmente, non poteva dare, per quanto ricco si fosse, si giovò di gruppi consonantici e vocalici, di lettere greche, dell’ h latino, di cui usò con tanta larghezza da esprimere con essa una lunga scala di aspirazioni, da quella gutturale greca alla sibilante schiacciata inglese (gruppo tli) e dall’ aspirazione dentale greca al suono dolce del S greco-moderno. In processo di tempo ripudiò alcune forme grafiche, sostituendole con altre, introducendovi segni diacritici e prosodiaci e, negli ultimi tempi, quando lo studio della lingua albanese fu governato, per cosi dire, dalla scienza, che spirò fino a lui un soffio di modernità, soppresse le lettere greche e accettò alcuni segni diacritici, rifiutando la più gran parte di essi come li aveva divisati il Meyer. L’alfabeto albanese non è ancora fissato, perchè è mancato il concorso di tutta la nazione dispersa nella regione balcanica, italiana, greca e in centri isolati della Rumania, dell’Egitto e dell’Asia Minore; ma il De Rada gettò le prime basi di esso, dandogli autorità e durabilità con le numerose opere, sebbene sia molto difficile che esso sopravviva e venga assunto, in posteriori tentativi, come fondamento dell’ alfabeto definitivo ed ufficiale della nazione. È vero che è stato approvato e preferito ai numerosi altri alfabeti, che sorsero da cinquant’anni a questa parte, da due congressi albanesi, i quali, per quanto fossero sprovvisti di autorità scientifica e apparissero quali solitarie espressioni dell’entusiasmo patriottico delle colonie d’Italia, hanno tuttavia qualche peso; ma è vero che l’Albania non è in Italia. E questa però è una non piccola parte di gloria.