268 L’Albania e l'opera di G. De Rada colli, ed inferiore sul mare (1). La superiore era probabilmente la nuova città, fondata dagli Iliirii, l’inferiore l’antica città greca. 'EXXcég. — Dall’alb. elèna, la terra abbandonata — No, perchè quest’ idea non consuona con la leggenda dell’ Eliade, nè l’etimo è ricercato con norme scientifiche. Tuttavia l’A. è tanto convinto, che scrive stranamente sempre Elenia invece di Eliade. "Ercstpos. — Da "Erceipos, doricamente "Atisipog, è disceso, secondo l’A., Abiresci, donde Arberesh, albanese. — Non pare in nessun modo probabile. Prima di tutto la forma dorica 'A7i2tpo; per "Enstpo; non esiste, perchS àrcs'.pog, esteso, non va confuso con "Ejistpoj. Secondamente Vr della parola Arberesh sarebbe un’epentesi insostenibile, mentre essa compare spesso rammollita in tutte le forme antiche della parola : si confrontino tò aXjìavov opoj e ’AXgavórcoXts di Tolomeo, ’AXpotvixai, ’Appaviiat degli scrittori bizantini, Arnaut de’ Turchi, Albania, Albania, Arbenór dei moderni. Arberesh non è che una forma moderna, con desinenza romanizzata, di ’Apgavitai. L’etimologia di ’Ensipos resta sempre quella antica di terraferma. ’Epsgos. — Dall’alb. erbl, oscurità. — Di questa parola nè gli antichi nè i moderni hanno dato alcuna spiegazione. L’etimologia pare convenga al soggiorno oscuro, profondo, nebuloso de’ morti, qualificato spesso dai poeti latini colla voce umbrae. 'Eoxia. — Dall’alb. edèsta, l’accesa, la dea del fuoco. — Etimologia da respingere; ma parimenti non pare accettabile la derivazione del sanscrito vastja, abitazione (cfr. ioTu) se si riguardi al carattere speciale di Hestia, un santuario con entravi una statua e un focolare, su cui stava acceso il fuoco-eterno. Si confronti con Vesta dove il carat- (!) Hedzey et Daumet, Miss. ArcheoL, p. 350.