Gap. XVII — Scritti filologici 269 tere appare più spiccato. Nondimeno il Preller insiste sull’etimologia sanscritica toas, abitare, e Vesta quindi sarebbe la dea del fuoco, ossia dea che simboleggiava il centro é il principio della vita domestica e politica (1). Zeùj. — Dall’alb. zéa, principio : ab love principium, pai-che voglia dire l’A. — Invece è noto universalmente che Zsós è lo stesso che *Ajsus, che si riconnette a Aiij, nome che ha la sua radice nel sanscrito diaus, cielo, luce, divas, divinità celeste (cfr. divus, deus, dies). Il latino Iupiter (da Iov o Iu e pater), che s’incontra nelle antiche parole Diu-vis, Diovis o Iovis, coincide perfettamente con la radice greca. Già Varrone stesso avea riconosciuto l’origine comune di Djovis o Iovis divus e deus (cfr. anche col greco Zsùg il Zio germanico, il Tius gotico e il Tinta o Tina etrusco). La frase sub divo (a cielo scoperto) chiarisce questa etimologia, a cui soccorre anche l’attributo di Lucetius e Diespiter, e il suo simbolo, che è luce, giorno, splendore. ’HiiaS'ia. — È l’alb. emhthia, la grande, come anticamente era chiamata la Macedonia. — Buonissima etimologia, ma l’A. non dichiara il nesso ideologico tra Ematina, regione della Macedonia e la Macedonia stessa, e l’alb. emhthia, la grande. Probabilmente Ematina nacque dal medesimo processo ideologico da cui il nome Magna Graecia, fu cioè il sentimento nazionale, che indusse i popoli che abitarono la regione a denominarla grande, come i coloni greci chiamarono Magna Graecia parte dell’ Italia inferiore da loro colonizzata, sebbene più piccola della Grecia. ”Hpa — Secondo l’A. sarebbe lo stesso dell’alb. Héra, l'ora, il tempo eterno. — No. La parola finora inesplicata potrebbe spiegarsi coll’alb. èra, l’aria. Difatti Hera era la dea dal cielo e dell’aria. Si confronti con ’Ipic, messag-giera di Hera, che non era se non il fenomeno dell'aria, (1) Pbeller, Les dieux de l'ancienne Rome, p. 363.