Cap. X VII — Scritti filologici 271 Koxoxój. — Dall’ alb. kuki, rosso. — Forse nell’ A. è una reminiscenza dantesca, dice il Bucholtz. Ma quando mai Dante ha detto che Cocito è rosso? Anzi dalle parole di Dante si raccoglie che Cocito era uno stagno gelato, dove i peccatori stavano freschi (1). — Si pretende dagli etimologi che la parola significhi lamento; ma ciò non è giustificato. Koipsipoi — Dall’ alb. ha-bir, che mangia figli. — Ma l’etimologia non conviene per nessun modo al carattere di questi sacerdoti. Né|j,sat?. — Dall’alb. nènia, maledizione. — Ottima derivazione, che è da preferire alla classica (véjMo, distribuisco), la quale non dà senso. ’OSuasóg. — Dall’alb. ùda, via, quindi il viaggiatore, V errante. — È da rigettare assolutamente, in primo luogo perchè il significato sarebbe una curiosa postuma derivazione dai casi di Ulisse narrati nell’ Odissea ; secondamente perchè a una simile etimologia si sarebbe prestato meglio *o8ós, che significa anche via. Gli etimologi lo derivano da ò8ùoao|iac, sono adirato, odio, con senso passivo, quindi uomo caduto in ira agli dèi. Ma anche questa sarebbe un’etimologia escogitata coi vecchi metodi e ripugnante a quel che dice Omero, secondo il quale ’OSuasùg vorrebbe significare spavento (2). — Dall’ alb. burri, uomo, vir. — È da rigettare anche questa etimologia. La parola nasce da nuppói o furvus, fuscus, giallo-rosso. È noto che uno de’ criteri che regolavano l’onomastica greca era quello di trarre i nomi da’ colori. JlEXao-foi, — Dall’alb. pelakit, vecchio. — Buona etimologia. I Greci chiamavano i loro antenati vecchi(cfr. Tpy.iv.ci). La derivazione classica da JtsXapfoE, gru, ossia uomini cr- ii) Dante, Inf., XIV, 117 e XXXII, 156. (2) Odys., XIX, 406.