158 L'Albania e l'opera dì G. De Rada apparissero in sogno le cose, che i di avvenire chiudeano nel loro seno (1) „ vanno riferite a lui stesso. Il poeta ha affermato più di una volta che i suoi sogni si sono sempre avverati e che egli presenti e antivide le sue sventure senza che mai questa (mi si permetta il vocabolo) oneiro-gnostica sbalorditiva fallisse. È un fenomeno psicologico che stupisce ma che non rimane solitario. Spesso il sogno è colorito e adattato in forma perfetta, come quello di Ra-davàne ; ma più spesso è intruso e lontano da effetti estetici apprezzabili, e di rado, a parte la prescienza, ha la precisione de’ contorni e la compostezza attraente del sogno di Argillano (2) e di Enea (3). v. Una nota assai tipica è quella della personalità del poeta, che sfugge a chi non abbia fatto uno studio largo e compiuto delle opere sue e non lo conosca personalmente. Ma è una nota degna di attenzione perchè il proprio io ispirò al poeta alcune delle creazioni più ricche di sentimento e più perfette. A parte la percezione della natura che è particolare al suo ingegno, è un fatto che questa qualità gli svolse la tendenza all’ osservazione di ciò che avveniva nel suo interiore e attorno se stesso. E la sua vita ricca di venture e l’anima esuberante di qualità affettive offrirono larga materia alle sue concezioni. Anzi quest’ ultimo stato psichico, se mi è permesso esprimermi con questa non bella frase moderna, dilagando oltre i limiti della sobrietà, divenne abito e fonte di elucubrazioni e spesso di divagazioni smoderate, che oppressero e soffocarono l’azione, irrigidita in intermezzi di riflessioni e di geremiadi senza opportunità ed interesse. A (1) Specch., Ili, III, 2. (2) Tasso, Ger. Ut)., VIII, 60-62. (3) Virgilio, Aen., II, 268-297.