240 L'Albania e l'opera di G. De Rada elezione s’andò adulterando fino a trasformarsi in eredità, che l’autore ha visto nelle storie quanto sia vero che e3sa doni principi virtuosi; nè si avvede della contraddizione in cui cade congiungendo tra loro la forma repubblicana (autonomia dei Comuni), con il principato, ibridismo che nessuna storia ricorda. Non posso por termine alla critica negativa di questo libro senza fermarmi un istante alla storia letteraria. Vi sono ivi giudizii profondi, alcuni de’ quali farebbero onore al critico più acuto e sapiente. Ciò che vi si dice di Voltaire, Alfieri e Schiller è magnifico; ma la crudezza, con cui è trattato il Machiavelli eccede ogni buon costume di critico sereno. Il Machiavelli ha delle pecche, ma il celebre aforisma politico non è suo : è di tutti i tempi e di tutti i luoghi : lo storico non ha fatto che intuirlo e formularlo. v. Ma nella maggior parte delle altre idee, che egli ha consegnato con tanto coraggio nel suo libro, concorda con i pensatori più veramente amanti del popolo e i sociologi più moderni. Abolizione degli eserciti stanziali, libertà di culto, autonomia de’ Comuni, indipendenza della giustizia, alleviamento de’ tributi, fiaccamente della burocrazia, riforma della giurìa e del pensionato, produttività de’ condannati, consiglio aulico, sindacato controllante l’opera del governo, ecc., sarebbero istituzioni che preludierebbero all’ inizio di un’ ètà novella per il popolo, che avesse la ventura di vederle effettuate. L’abolizione della Rappresentanza nazionale è in cima a’ pensieri dell’autore, e così come è presentemente costituita, è nel cuore de' popoli. Il principale degli argomenti è. senza dubbio, solido: il deputato non rappresenta il collegio o la nazione, ma se stesso. Egli non ha nè può avere mandato imperativo, e la sua volontà è il continuo oscil-