320 L’Albania e Vopera di G. De Rada che anno prima, quando i generali Buscalioni e Canzio al ministro greco Comonduros offrivano di sostenere con un corpo di volontarii italiani, a fianco degli Elleni, la confederazione balcanica, videro respinta dal ministro le proposte e cadere le trattative. Il risorgimento ellenico fu iniziato e compiuto da Albanesi: Alì di Tépelen, Bótzari, Zavella, Macry, Odisseo, Miàuli, Tombasi, Karaiskàki, Cun-duriòti, Bulgari, Bobolina, Noti, Crisso, Rizzo, Kosta, Var-nakiòti, Griva, Gura, ecc., erano albanesi. Ma quando i Greci si ricostituirono a nazione, tacquero deliberatamente degli Albanesi, a cui non assegnarono neppure una piccola parte di gloria. La Grecia attese costantemente a demolire la lingua degli Albanesi sudditi suoi, abitanti nelle sue varie provincie e nell’Epiro e Macedonia e a sostituire la sua alla lingua nazionale, ciò che eccitò il risentimento della nazione, il quale manifestossi violentemente sopratutto in occasione della chiusura delle scuole elleniche di Lebòvo, per opera di Ibraim Dragòti, kaimakan di Tépelen, rimosso, per l’intervento della Grecia, dal suo ufficio; nel Comitato albanese di Costantinopoli e nella fiera Lega di Prisrend. La quale poi, inasprita per la cessione di Dulcigno e consigliata insidiosamente dalla Grecia, che vedeva in essa un ostacolo al compimento delle sue voglie, fomentò l’insurrezione contro la Porta e, tradita, vide i suoi capi relegati nelle fortezze dell’impero e la Grecia guadagnar terreno nella Tessaglia e nel-l’Epiro. Imbaldanzita del successo e dispersa la lega, la Grecia proseguì l’opera demolitrice contro la lingua albanese. Ad Argirocastro il console greco imprigionò A. tate da una delle numerose leghe del 1S82, il numero totale della gente si faceva ascendere a 2,300,000, di cui 650,000 nell’Epiro (dei quali 75,000 greci o parlanti greco). Nel qual numero però si comprendevano 200,000 Albanesi del regno di Grecia, 170.000 d’Italia, 150,000 di Serbia, Monte-negro e Austria-Ungheria. Manca qualsiasi computo degli Albanesi d’Asia, Egitto e Rumania.