Cap. XIX — Fiàmuri Arbèrit 325 nedetto Ullano il Seminario albanese, fondato con cospicua dotazione nel 1735 dal papa Clemente XII, allo scopo d’istruire nelle pratiche ecclesiastiche gli albanesi. Dopo Felice Samuele Rodotà, che era stata l’anima di quell’istituzione, dopo Nicola De Marchis, Giacinto Archiopoli, vescovi e presidenti, l’Istituto governato dai vescovi Bu-gliàri e Bellusci, raggiunse l’apogeo della sua grandezza. Fin da quando avea sede in S. Benedetto s’era acceso in quell’istituto una nobile gara per il rinnovamento della lingua nazionale, e ivi per la prima volta nacque l’idea di raccogliere i canti popolari albanesi, che venne compiuta da F. Avati. Alle discipline ecclesiastiche s’era innestata una seria e larga cultura classica, che diede frutti stupendi. F. Avati di Macchia era divenuto nella lingua greca cosi perito che eccitò la curiosità del pontefice, il quale lo vide con meraviglia interpretar Pindaro e Omero estemporaneamente, e, giovine ancora, lo elevò agli onori della cattedra greca dell’università di Urbino. Ivi fu pure educato il poeta Variboba e il celebre Pasquale Raffi, grecista insigne, bibliotecario della biblioteca Borbonica di Napoli ed uno dei martiri del ’99; di 11 una pleiade d’insigni albanesi tra i più illustri F. Marini, giureconsulto, ed Angelo Masci, Consigliere di Stato, Domenico Mauro, patriota, scrittore e deputato al Parlamento italiano, G. Smilàri, Consigliere di Cassazione, A. Marchianò, Consigliere di Appello, S. Chiodi grecista e poeta (1), B. Skura, ministro del governo borbonico, G. Tocci, Deputato al Parlamento, D. De Grazia grecista e traduttore delle Rapsodie. Era questo Istituto un faro, che irraggiava tutto il regno napolitano. Col vescovo De Marchis caddero queste alte- (1) S. Chiodi, lustro della Calabria e decoro del suo paese natio S. Demetrio, attendeva, negli ultimi anni della sua vita, agli studi di filologia albanese, che la morte spietata gli ha impedito di continuare. Uomo di varia e larga cultura, di gusto finissimo, dipartendosi dal volgo de’ filolo-ganti, avrebbe dato anche lui alla patria lontana il tributo del suo affetto.