Cap. XIII — Le “ Rapsodie „ 205 tanza è grandissima. Nelle letteratura albanese questi canti segnano l’inizio dello sviluppo intellettuale del popolo che li compose, e costituiscono per l’età e per la materia il più insigne documento intellettuale della nazione albanese. Nessuna raccolta di canti albanesi vince questa del De Rada per antichità e per importanza letteraria: da qui l’inno di giubilo, con cui al primo apparire li salutarono Di Misistràli si fermò del canto Celeste ad ascoltar la meraviglia. proprio in quell’ora Un tappeto voltato in quattro facce Tessea soletta la gentil signora. Il suo signore Essa avea ricamato sulla prima Con tutti i paggi che faceangli onore. Con tutte a lato Le damigelle sue se stessa avea Nella seconda faccia effigiato. Sovra la terza Il sole si vedea con tutti i raggi Coi quali il suol benignamente sferza. Infìn la luna Bianca come sua figlia e circondata Dagli astri che nel cielo attorno aduna. E tutto chiuse Entro la nebbia, donde apriron l’ali Gli augelli, che dall'uovo essa dischiuse, E che dal fondo Della nebbia alle stanze di colei Quel canto diffondea cosi giocondo. p. 152-154. m. Il cigno bianco bianco sciolse il canto acciocché il mare si spianasse tranquillo, e il signor Andrea allestì tre galere, allestì tre galere per gli orfani d’Albania. La prima nave fu carica e piena di fanciulle; la seconda nave fu carica e piena di giovanetti; la terza nave fu carica e piena di drapperie. Ora esse si sono avviate e vanno verso l’occidente, alla terra latina.... Quando su l’arena del lido straniero pervenuti si volgeranno di qua, le donne degli stranieri vanno a loro per conoscerli. E ad esse un affetto segreto si gonfierà nel cuore e una lacrima bella empirà i loro occhi. Raps., p. 99, ed. di Firenze.