Gap. XIX — Fiàmuri Arbèrit 833 ridionale ora sarebbe annessa al regno ellenico. In una conflagrazione europea il valore albanese non varrà a salvare la Turchia : essa dovrà ripassare il mare, e l’Albania, non potendo, seguitarla al di là del Bosforo, subirà naturalmente la sorte dei vinti. E il premio de’ vincitori non sarà certamente quello di ristaurare le sorti deH’Albania. Di qui la ragione del rifiuto da parte del congresso di Berlino di prendere in considerazione il suo memorandum; gli Albanesi avevano combattuto a fianco della Turchia, la Turchia era stata vinta e gli Albanesi con loro : essi non avevano diritto alla benevolenza e alla considerazione delle potenze. Bismarck affermò autocraticamente che non esisteva una nazione albanese : si, perchè la nazione Albanese non s’era affermata. Lo statu quo, che tutti si sgolano ad affermare nella penisola balcanica, è precario, ed è una specie di maschera, che serve a covrire, a verniciare tutte le bieche cupidigie della politica e della diplomazia e tutta la propaganda losca dell’Austria. Non v’è bisogno che l’Austria, per mezzo del suo cancelliere, lo spiattelli a’ popoli: lo statu quo è Intangibile: chi lo turbasse provocherebbe una guerra europea. Ma intanto le potenze interessate, col pretesto de’ commerci, della civiltà, della religione e della comunità di razza, lavorano abilmente ed assiduamente a preparare il terreno per il giorno in cui gli eserciti varcheranno i confini e i Balcani rintroneranno dei loro cannoni. L’Austria, non vi è alcun dubbio, quando afferma di rispettare lo statu quo non mentisce: ma quando i suoi battaglioni si saranno innoltrati al di là dell’ Ibar e del Drino, il popolo albanese non brandirà contro di essa le armi perchè attratto nelle sue auree reti, ammansito e dolcificato dalla pioggia de’ fiorini. E qui sta il punto : non sollevare una questione albanese e (ciò che è il porro unum) non aver nemici gli Albanesi. E quando gli Albanesi taceranno e consentiranno alla sua occupazione, siamo dinanzi a un cosiddetto fatto