Cap. XXII — G. De Rada e il risorg. dell’Alò. 317 quie e congiungere alle elleniche le sorti albanesi. Quelle reliquie, spesso mute, più spesso eloquenti, il vecchio ellenista animava con 1’ ansia del cuore, e un’ idea amorosa gli accendeva gli occhi incavati, gli spianava nel riso la fronte severa e gli decorava la barba bianca e fluente (1). Colei, nel possesso di tutte le maggiori lingue d’Europa, entro il suo aristocratico gabinetto, ridente appresso al suo genio agile e amante, che prometteale gioie ineffabili con glorie soavi, palleggiando un’ idea regale, che non era (1) Demetrio Camarda, nato nella Piana de'Oreci in Sicilia, papàs della chiesa greca di Livorno, fu dottissimo ellenista ed uno di quelli che idoleggiarono, con affetto inestinguibile, la patria. Persuaso che la lingua albanese fosse un antichissimo dialetto della Grecia primitiva, pose a servizio di questa opinione la sua vasta dottrina e compose la Grammatolo-gia, che è un monumento di patrio amore e di pazienza infinita. Il Meyer giudica questo libro alquanto severamente, rimproverando all’autore il difetto delle cognizioni linguistiche. Ma non è nel vero, dappoiché egli, conoscitore del tedesco, compulsò tutte o quasi tutte le opere tedesche sull’argomento, e nell’opera immane è stato assistito e secondato dal Comparetti. Piuttosto è da fargli rimprovero per la falsa direzione che diede alla sua indagine, attratto dal miraggio di provare che la lingua albanese era un dialetto della lingua greca primitiva. Pubblicò un Appendice alla Gram-matologia, ove raccolse i canti popolari albanesi dell’Avati, che vanno tra’ più antichi (Vedi De Rada, Autob., P. Ili, p. 4), e una traduzione albanese dello studio di Dora D’Istria, La nazionalità albanese appresso i canti popolari. Il libro è provvisto di un’ introduzione ricchissima di notizie filologiche e storiche e qua e là ricca di stile. Degli alti meriti scientifici di questo insigne glottologo albanese cosi discorre l’Ascou: « Nel campo strettamente ¡storico si muove un linguista, che è italiano ed epirota insieme, Demetrio Camarda, albanese di Sicilia, al quale dobbiamo il più ampio lavoro di grammatica comparata, che abbia sin qui veduto la luce nella penisola. Il primo volume del suo Saggio di grammatologia comparata sulla lingua albanese, descrive e scruta tulto intero l’organismo della lingua degli Schipetàri ed istituisce un parallelo continuo tra l'albanese e il greco, ricorrendo però dottamente anche ad altre favelle della famiglia ariana, così dell’Asia come d’Europa. Il secondo volume che si annunzia come Appendice al primo, è un’antologia albanese, ricca di illustrazioni filologiche, preceduta da un lungo e prezioso discorso letterario ed ¡storico e seguito da un indice copioso che abbraccia l'opera intera. Il Camarda ha messo insieme tanta dovizia di materiale dando, come si conveniva, particolare attenzione alle colonie albanesi che sono in Italia, e vi ha lavorato intorno con tanta diligenza, con tanto a-