276 L’Albania e l'opera di G. De Rada partengono alla stessa famiglia, ma non già quella che dee intercedere fra elementi (e sia pur di età assai fra di loro diverse) proprii a due dialetti di una favella medesima. I fenomeni caratteristici dell’ albanese debbono poi sottilmente confrontarsi con quelli che in due moderne lingue circonvicine attestano alla lor volta una riazione della favella aborigena, soggiaciuta a quelle degli invasori, o ne costituiscono gli avanzi, ciò è dire coi fenomeni pei quali il rumeno si scosta dagli altri idiomi neolatini e il bulgaro dagli altri idiomi slavi, e naturalmente non si trascureranno pur quelli, ne’ quali il greco moderno concorda coll'albanese, col rumeno e col bulgaro, ma contrasta al greco antico. Mirando tenacemente a scoprire il substrato originale dell’albanese, si verranno distinguendo i varii strati delle sovrapposizioni elleniche ed italiche; cioè gli elementi greco-latini che ancora galleggiano (insieme con elementi turchi e slavi), come estranei, sulla superfìcie albana, da quelle a cui l’albanese ha fatto subire, in varia misura, un particolare processo di assimilazione. Discerneremo l’impronta che sulla parola estrania ha stampato l’organismo originario, e i segni che le alluvioni straniere (greca, latina, slava) hanno lasciato sulla parola indigena. E per simili vie sarà rimediato a quel disordine innaturale che la fonologia dell’albanese presenta quando vi si investigano alla rinfusa gli elementi originarii insieme cogli estranei, che in età grandemente diverse si sono ad essi commisti. “ Il metodo che qui in modo assai imperfetto si addita per l'indagine albana ed è ormai in qualche parte con felici risultanze applicato, non è già l’opposto di quello che al Camarda piacque seguire, ma pur ne differisce assai profondamente. Gioverà qualche facile esempio a chiarire il nostro concetto e a mostrare in contrasto i due metodi diversi. — L'A interno (accentato) dei nomi albanesi si riduce spesse volte, nel plurale, ad E; per es. rap, platano,