Introduzione 11 linguaggio. L’azione politica ormai, come è noto a coloro che alla questione dell’equilibrio dell’Adriatico intendon il cuore e la mente, è in divenire, e, senza dubbio, recherà all’Italia quei frutti, che una politica non più, come finora, eunuca e sfrondata d’ogni idealità, ma (auguriamcelo) sapiente e ferina, saprà, nell’ interesse del nostro paese, maturare, e alla penisola balcanica, di concerto con le altre nazioni, dare quella pace, che è nel desiderio di popoli e governi. Veramente, ovunque ora si volga lo sguardo, attorno al mondo politico, mentre rumoreggia lontano, foriero di tempestose vicende, il grido de’ popoli, che una novella schiavitù incatena appiè de’ potenti, appar lacrimosa la creatura umana e non solo aspersa di sacro sudore, ma rosseggiante di sangue e pietosa nella sua candida e supplice innocenza. Qui la Polonia, con la germanizzazione e russificazione spietata, è costretta a rinnegare le sacre memorie avite, e la Finlandia, che verso la civiltà ha tante benemerenze, subisce, nel muto dolore, la snazionalizzazione crudele. Là Candia, non uscita ancor di periglio, dopo i rivi di sangue, del quale irrigò le classiche valli, si bilancia tra la mezzaluna ed i fratelli, che dal Partenone a lei tendon le braccia. Qui Cuba, che liberossi dalle granfie di un popolo, il quale adoprava nello sgoverno i metodi di Guzman, fa prova delle americane infamie della Tammany, e le Filippine vedono con doloroso stupore che le dottrine di Monroe hanno valicato i confini e pesan su di loro con selvaggia veemenza. Se i Boeri, rei d’aver scacciato col fuoco e col ferro dalle terre native gl’indigeni Cafri e averli accomunati alle bestie (nessuno più lo ricorda!), dipoi di aver costituito nel paese due caste, quella di se stessi, ricchi, nobili, grandi e potenti e quella degli witlanders, su cui pesavano con feroce tirannide, immolano, nello stupore del mondo civile, le proprie vite alla vendetta inglese, l’Armenia, di nulla col-