Cap. VI — Lo “ Skanderbeg „ 99 dire che Virgilio non avrebbe finito per eliminare le Insensibili incongruenze, se ne avesse avuto il tempo (1). Due belli esempi di questa mancanza di coesione ce l’offrono IMrs Amatoria di Ovidio e le Georgiche di Virgilio. Nel primo poemetto il legame tra il II libro ed il III è artificiale e il proemio del I libro non corrisponde con la materia del III, che fu aggiunto posteriormente. Lo stesso si dica delle Georgiche. Il poeta concepì originariamente il suo poema in due libri, compiuti i quali mise alla fine il commiato. Quando più tardi raddoppiò la materia dell’opera e il numero dei libri, chiuse il IV con un nuovo commiato, senza levare il vecchio, e adattò al disegno ampliato del poema una parte della proposizione generale (2). Ora gli adattamenti non determinano una stretta coesione nelle partì delle due opere, ma rendono meno stridenti gli sbalzi improvvisi, che pur tuttavia sono inesplicabili. Ma Dio volesse che le incongruenze del poeta albanese si potessero paragonare a quelle del poeta greco e de’ poeti latini! Pur troppo esse sono così stridenti e irreconciliabili che qualsiasi lettore, armato della più potente volontà,, dovrebbe, o lasciarsi cadere di mano il libro o eliminare dalla mente l’idea che esso sia in presenza di un poema, e accogliere l’altra, che cozza col titolo, di leggere de’canti staccati e indipendenti. Ed è così vero che nel poema era necessaria l’unità, che 11 De Rada sentì anche lui il bisogno di coordinare tra loro le parti, anzi la sua vita fu un continuo e tormentoso conato letterario, diretto ad armonizzare tra loro le sue creazioni. E non venne, pur troppo, mai a capo. Delle sue numerose opere poetiche una sola si sottrasse a que- (1) Sabbadini, L'Eneide di Virgilio commentata, lib. IV, v, VI. Introduzione, p. vm-xn. (2) Sabbadini, La Composizione della Georgica di Virgilio (Rivista di filologia, classica, 1901, 1 gennaio, p. 16).