244 V Albania e l'opera di G. De Rada burocrazia e sfugge tra gl’infiniti dolorosissimi casi, mentre l’osservazione dell’autore sulla burocrazia borbonica, che ostentava verso i cittadini il suo potere e la sua magnificenza, ciò che non fu ultima causa del disgusto e malcontento di popoli contro il loro re, è assai acuta. Per essa non esiste che il proprio io, e la sua teoria è che i cittadini son fatti per la burocrazia e non questa per quelli; il suo blasone è aucloritas. In grazia della sua impunità e della protezione che le accorda il Ministro, di cui essa è collaboratrice, incrudelisce verso i soggetti, che guarda dall’alto in basso, e ancora dopo tant’ anni e non ostante il governo rappresentativo, è quale l’ha bollata il Giusti, dicasterica peste arciplebea Che ci rode, ci guasta, ci tormenta E ci dà della polvere negli occhi, Grazie al governo degli scarabocchi. Anche 1’ autonomia dei Comuni è una bella proposta, ma, per effettuarla, bisognerebbe sconvolgere tutto il complicato e vasto macchinario degli ordinamenti in vigore. Il sindaco di Milano nel 1900 lanciò un appello ai Comuni d’Italia per un congresso, ove si tratterebbe della loro autonomia, ma non risposero ad esso che trecento : e il Congresso si tenne nel 1901 a Parma senza pratici risultati. Si aspetta che l’idea venga a maturità, perchè, quando le cose non si vogliono fare, si dice che le sono acerbe, in Italia specialmente. L’abolizione degli eserciti stanziali è in discussione da anni ; ma chi vi porrebbe mano ? Finché non disarmino gli altri paesi, non si troverà in Italia, naturalmente, nè un principe nè un Parlamento, che abbia tanta temerità da decretare un provvedimento così esiziale alla nazione. D’altra parte oggi gli eserciti son divenuti il sostegno dei governi ed una vera coorte pretoria, che tende a guadagnar di potenza: l’affare famoso di Dreyfus è prova recente e spaventosa. Parimenti l’indipendenza della giustizia è nei voti di tutti; ma il Governo si guar-