316	L’Albania e l'opera di G. De Rada
giornale viennese l’Intera. In Epiro Anastasio Coloriòti, letterato albanese e suddito greco, che molto scrisse della sua nazione, fu arrestato dal console ellenico perchè spacciava un abbecedario albanese. E lo stesso, avendo fondato in Atene un giornale, La voce d'Albania ('H 0><avrj ’AXpavia;), fu perseguitato e costretto a trasferirsi con esso in Bukarest. In Epiro stesso fu, per gl’ intrighi della Grecia, dalla Porta rimosso dall’ufficio di kaimakan un nobile albanese, che aveva chiuse le scuole greche. La diffusione delle scuole e della cultura albanese viene ostacolata dalla Grecia coi mezzi più illeciti e perfidiosi. Gregorio Nuc-cjoia legò alle città albanesi 52 mila lire per l’incremento della lingua patria. L’esempio fu seguito da Anastasio Abramldi, che testò 100 mila lire per le scuole. Ma i Corcesi, sobillati dal vescovo greco, rifiutarono, allegando che non aveano bisogno d’imparare la lingua albanese ; che preferivano la lingua greca, che era la lingua, in cui avea parlato Cristo. Abramldi calamitato da un monaco greco, che gli si mise alle pèste, ritirò il testamento ; ma questo indegno frate pagò ben presto il fio delle sue perfide sobillazioni : caduto nelle mani de’ briganti, fu fatto a pezzi. Parimenti la società I fratelli albanesi, fondata in Atene con lo scopo di diffondere la coltura albanese, dovè esulare in Bukarest, ove sorse un comitato per l'incremento della lingua schipa. Perfino nell’alta Albania la Grecia estese la sua azione deleteria. Ivi la famiglia Zeppa, di Scùtari, asina caparbia, legata alla greppia dell’Ellade, introdusse nelle scuole la lingua greca, affatto estranea ai suoi avi, e la Confederazione Orientale, organo de’ loschi interessi greci, alla fondazione del Comitato albanese di Bukarest, dava il grido d’allarme, prognosticando, con amarezza, che la nascita (sic!) di una lingua albanese sarebbe stato un colpo mortale alla Grecia e alla confederazione balcanica (1).
(1) Fiàmuri, II, 2, n.