Cap. XV — I “ Principii d'Estetica „ 215 vare le sue idee in fatto di politica ecclesiastica ; ma quelle intorno le infermità dello Stato italiano, procurate dalle affamate classi dirigenti, infermità le quali via via inacerbiscono perle audacie, le tracotanze e l’inettezza di quelli che si sono impossessati della pubblica cosa, sono nell’animo di tutti e aspettano come rimedio il ferro rovente. Quelle idee son vecchie di parecchi anni, ma tuttavia sempre nuove, perchè nessun uomo politico ebbe in Italia larghezza di mente, fermezza di volontà e forza di sentimento per tentare di rimuovere i gravissimi mali, che turbano la nostra compagine sociale e politica e rodono le radici del nostro albero nazionale. 11. La prima di queste opere in ordine di tempo, è 1’ Estetica (1). Come il Tasso e lo Schiller raccolsero i principii della loro poesia in una speciale teorica del bello, il primo estraendola dalle proprie opere, l’altro dall’ Estetica di Kant, cosi il De Rada condensò in un trattato i supremi principii, su cui poggiano i suoi poemi. L’opera, che a me pare di non ordinaria importanza, per quanto contaminata de’ difetti di metodo e disegno, che sono inerenti a tutte le produzioni di questo scrittore, segna un passo notevole nella ricerca della essenza del bello, presentandoci una teoria, che, se tende allo spiritualismo, va determinandosi in puro idealismo, la quale non è l’inintelligibile raggio dell’essenza divina manifestata, secondo Platone, al mondo visibile, nè l’irreperibile e nebulosa sfera sublime di Leibnitz, che i suoi seguaci protrassero all’infinito. Secondo lui il bello è la parvenza della bellezza e della (1) Principi cVEstetica estratti dalle sue Considerazioni sulla vita e t-fini di essa, lib. I, II, IH, IV, Napoli, 1S61.