254 L’Albania e l'opera di G. De Rada verità acquisita da lungo tempo alla scienza. Ciò posto, che gli Ariani della sponda dell’Asia Minore e della penisola, ora chiamata balcanica, si denominassero Pelasghi o diversamente, non importa molto, come ho detto, àlla storiografia. Come del resto importa un bel nulla alla questione politica, che si agita intorno al nome albanese, se questo popolo discenda o meno dagli antichi Pelasghi. Certo non discende dai Greci e neppure dagli Slavi, e su questo punto sono d’accordo tutti i glottologi, dal Bopp e dallo Stier al Miklosich e al Meyer. Il popolo albanese dunque è, se non pelasgo, di origine pelasga. ossia è una famiglia di quella razza antichissima, che popolò le coste dell’Asia Minore, la Grecia, la Tracia, la Macedonia, l’Epiro, la Mesia e la Dacia, sopravissuto, come la famiglia greca, nel cozzo terribile della colluvie de’ popoli, che, su la fine dell’evo antico e il principio dell’evo moderno, tolsero per loro campo di battaglia la penisola dei Balcani. Questa affermazione etnologicamente e glottologicamente ancora non è stata dimostrata e neppure storicamente è confermata con sicurezza; ma resta tuttavia ferma e indiscussa questa verità, che le osservazioni craniometriche degli antichi Messapi, che erano una stirpe illirica, e quelle de’ presenti Albanesi coincidono nella dolicocefalia ; che gli stu-dii linguistici del Bopp e anche del Meyer su l’albanese riconnettono quella lingua al ceppo ariano, e che finalmente Omero, Esiodo, Erodoto assegnano a’ Pelasghi per loro sedi primitive l’Epiro e la Macedonia dai quali per più di una testimonianza antica son divisi i Greci. Non è una dimostrazione (nè vi può essere allo stato presente della scienza), ma è un' intuizione, la quale è dovuta principalmente al forte intelletto del filologo albanese (1). (1) I/opinione dell’ origine pelasga degli albanesi, accettata comunemente, ha fondamento storico, etnologico e linguistico. Ma che dire dell’opinione di un’origine caucasica di essi, messa innanzi da scrittori del secolo XVI,