CAP. VI. Lo “ Skanderbeg „ (*) i. Lo Skanderbcg (Scanderbeccu i pa-faan, Skandei'beg Sventurato: l’attributo sconviene al fortunato vincitore di venti formidabili battaglie) è un poema in cinque libri, ciascuno de’ quali è diviso in canti (nei due ultimi libri i canti si chiamano storie), in otto il primo, sei il secondo, sette il terzo, sei il quarto, cinque il quinto : in tutto tren-tadue fra canti e storie, oltre un lungo prologo, che va innanzi al poema, e molte liriche intercalate tra’ canti o inserite in essi. S’è pubblicato interpolatamente a volumetti, in 32.° ciascuno, di pagine non eccedenti le 200. La composizione, che il poeta ci indica accuratamente appiè di ogni canto o parte di canto o storia, è la più. svariata e bizzarra e dirò anche la più disordinata e incongruente: canti posteriori sono stati composti in un’ epoca anteriore e viceversa, e spesso un canto è stato composto in « Quale vela gonfiata dal zeffiro ella poi si raccolse arrossita, comprimendo la sua foga. Indi sedè a mensa con Venieri e Anmaria, divisa costei le guancie tra la porpora e il latte, che più soavi rendea lo splendor delle faci raggianti in alto trasparenti da cristalli. La mano del giovine, come quella d'un fratello, ella lasciò le si posasse alle ginocchia, velate molle-mente da tenuissimi lini, e col labbro rideva e favellava come non mai »• (1) Skanderbeccu i pa-faan, Storie del secolo XV, Corigliano Calabro, 1872 1873, e Napoli 1877 e 1884, voli. 5.