106 L’Albania e l'opera di G. De Rada cadrà mietuta per le mie mani, si cela : vieni qui avanti, se il cuore sostienti in sella! — Allividito il giovine, signore <ìi tutti quei che l’attorniavano, gridò: — Scostatevi! — E venne innanzi. Allora l’albanese per primo folgorogli il funesto ferro insanguinato con 1’ asta simile a trave. — M’ha ucciso! — esclamò il giovine come la vide venirgli diritta; nè altra idea ebbe in quell’ora estrema, fuorché questa che la vita gli flnìa. La punta crudele forogli la clavicola sinistra. Ei piegò in sulla groppa del cavallo e cadde riverso al suolo, un vasto grido risonandogli appresso Dove ti par sentire l’epica tromba di Omero ed il fragor dell’armi de' suoi eroi. La figura di quest’ eroe assume un aspetto sublime, quando i dardi pavidi si scostan da lui. “ Ma i dardi, quasi trepidi al profondo respirar di quel cor di leone, sviavansi senza toccarlo, e sangue zampillavagli da le armi e cresceva la rabbia cupida di strage Rodomonte a Parigi non è più sublime, nè Aiace, serrato da una turba di nemici, lo vince! (1) Astìre risalta per due intimi sentimenti, amore e patria, che lo conducono alla morte, a una morte che fa gelare. In carcere, acceso di amore per Gonèta, allorché recano la notizia che il padre di costei era stato messo a morte per ordine di Gibraltàre, appressandosi al cancello della prigione e girando lo sguardo al cielo d’incontro, libero e solitario, alza questa deprecazione sublime : “ Dammi, o mio Dio, quello che hanno anche le fiere, aperto e libero il campo, e poscia che il mio cuore non risplenda più nella grandezza della terra, e colla folgore tu mi colpisci e uccidi ! „ (2) E libero, esiliato in Arta, di notte, mentre per le vie della città echeggia lo strepito delle armi, ei s’alza e si cinge la spada, animo immenso pigliando dall’ora solitaria, e alla madre che lo scongiurava a restare (1) Skanderbeg, I, 7. 2) Skanderbeg, II, 4.