Cap. XV — I “ Principii d’Estetica „ 217 bellezze del corpo sono tali perchè riflettono i sembianti degli onesti, come provano le contemplazioni di Winckel-mann sui capolavori dell’arte greca. Ogni bello che si sente nell’universo corporeo, è omogeneo al bello dell’ animo. Nel cielo azzurro, per esempio, si contiene una parola lontana, che a sè ne trae, quasi a vita remota ; nel mare v’è l’immagine dell’eterno e dell’immenso, a cui siamo accompagnati. Ogni oggetto della natura racchiude quasi una parola simile a quella dell’uomo. Il bello nel mondo è dapertutto ed infinito, ma l’animo lo accoglie in misura limitata. Secondochè in essa cresce più l’una che l’altra virtù, giustizia, rettitudine, fortezza, innocenza, ecc., le cose che d’esse sono improntate paion più o men belle. È facile intendere come le opere d’arte sieno volte ad educare gli animi per mezzo delle specie degli onesti. Perciò il deforme non può essere obietto dell’arte, e se questa qualche volta l’accoglie, è come segno di quel che annoia nella vita, è come l’ultimo gradino, da cui misuriamo l’altezza, che ci è dato ascendere. In questo sol modo la vita reale, in cui il deforme e il triviale sovrabbonda, può entrar nell’arte. Esso è come il sostrato dell’ideale. In quanto alla grandezza, che è dinamica e matematica, essa sta nel mondo come forza operante e sofferente. L’animo prende forza dal mondo esteriore, quindi in lui nasce l'ardimento. A misura che la grandezza d’animo si esplica per gli onesti, divien più invitta : essa si riflette nella quiete tranquilla e nella costanza, ed attrae invincibilmente i cuori per quel riposo sicuro che porta seco e che è il termine a cui aspirano tante vite. E nota insigne di grandi caratteri è una tal quale nudità e la solitudine; questa nota rende grandiosa la figura di Farinata. La grandezza è la forza che muove il mondo, minima nelle cose giornaliere, massima, per esempio, in Temistocle, che affonda innanzi Atene le forze dell’Asia. Nelle invenzioni poetiche è la forza medesima, che si